Turismo, è fuga dal Laceno. Stabile (Federalberghi): “Non c’è programmazione, siamo soli”

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Laceno Bagnoli Irpino
Laceno Bagnoli Irpino

Marco Grasso – Si chiude una stagione non esaltante per il Laceno. Il maltempo di agosto ha pesato non poco su un circuito turistico da tempo in sofferenza. “I dati sulle presenze sono, più o meno, quelli dell’anno scorso. Non sono grandissimi numeri, ma il meteo di agosto avrebbe messo in crisi anche altre località turistiche”, precisa Gerardo Stabile di Federalberghi che non ha alcuna intenzione di alzare bandiera bianca.

“Possiamo essere soddisfatti per la riuscita di due manifestazioni che hanno portato sull’altopiano circa mille visitatori tra sportivi e appassionati. Molti di questi hanno soggiornato anche due o tre notti”. Il Laceno bike tour prima, e i campionati italiani di Tiro con l’arco (specialità 3D) poi, sono stati i due momenti clou di un’estate con più ombre che luci.

“E’ chiaro che uno o più eventi non possono bastare, ma certe occasioni dimostrano come si possa e si debba programmare per sostenere il nostro turismo”. Complice anche l’infinita querelle della stazione sciistica, il Laceno ha perso buona parte del suo appeal.

“Le esigenze dei visitatori sono cambiate, e forse siamo rimasti indietro. Ma il Laceno fa parte di un territorio ampio. Non siamo un’entità indipendente, è tutto un sistema provinciale che dovrebbe funzionare meglio. Il Laceno, Materdomini e il Partenio sono ancora i baluardi di un turismo che sta scemando, inutile prendersi in giro. Se non si inizia a fare programmazione seria, rischiamo di chiudere i battenti”.

Stabile fatica ad individuare i giusti riferimenti. “Servirebbe un coordinamento per fare programmazione seria, ma Comune e Provincia, per motivi diversi, si sono di fatto defilati. Così come nel mondo associativo, non si sente da tempo la voce dei principali riferimenti, come Confcommercio, Confindustria, Coldiretti e la stessa Camera di Commercio”.

Al momento il turismo in Irpinia si regge tutto, o quasi, sul modello familiare. “E’ l’unico modo per sopravvivere, ma è chiaro che in questo modo non è facile crescere e creare sviluppo di lungo termine”.

“Le sagre vanno bene – aggiunge Stabile – è promozione, ma è un movimento che, alla lunga, rischia di danneggiare tante piccole attività che vivono di week-end. A Lioni non ci sono di fatto più attività di ristorazione. C’è una situazione di difficoltà diffusa. Dispiace, ma non si è riuscito a creare un sistema turistico”.

L’esponete di Federalberghi difende eventi e sagre, ma chiede una selezione più attenta. “Occorrono eventi mirati, gestiti con cura e attenzione, che siano in grado di garantire un flusso più o meno costante di visitatori durante tutto l’anno. Le manifestazioni vanno aiutate, anche con fianziamenti, ma solo per i primi anni, poi devono trovare una loro autonomia per andare avanti. Altrimenti è meglio passare oltre, non serve tenere in piedi con contributi e finanziamenti un sistema che non funziona”.

 

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