Il turismo viaggia in treno, Zoina (Pd): “Pubblico e privato devono collaborare”

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Marco Grasso – “La riapertura della tratta Avellino-Rocchetta rappresenta un passaggio fondamentale, ma ora bisogna insistere”. Berardino Zoina, dirigente nazionale Giovani Democratici, è da tempo impegnato sui temi dello sviluppo turistico.

“La mobilità ferroviaria può e deve diventare un valore aggiunto per promuovere i tre vini Docg della nostra provincia. Credo sia un passaggio addirittura naturale: basti pensare che la tratta Avellino-Benevento copre l’area del Greco e parte di quella del Fiano, mentre l’Avellino-Rocchetta completa l’area del Fiano e attraversa tutti i comuni del Taurasi”.

Zoina guarda ben oltre i confini provinciali. “Attraverso la stazione di Avellino potremmo collegarci direttamente con Salerno e Napoli, andando così ad intercettare altri flussi turistici importanti che fanno naturalmente capo a grandi attrattori come la costiera amalfitana e sorrentina, Pompei e il Napoletano più in generale. Non sarebbe neanche impossibile collegarsi ai porti e agli aeroporti, e quindi incrociare anche il turismo crocieristico”.

Collegamenti intermodali che potrebbero far uscire l’Irpinia dall’insolamento ed avviare un nuovo processo di crescita. “Negli ultimi anni, con il recupero dell’Avellino-Rocchetta, sono già stati fatti passi in avanti importanti. Il successo delle tratte organizzate in occasione di particolari eventi, conferma l’interesse che c’è verso una forma di turismo assolutamente compatibile con le caratteristiche di un territorio che vive essenzialmente di ricchezze storico-naturalistiche e di uno straordinario patrimonio enogastronomico”.

“Per la prossima stagione – rilancia l’esponente Pd – dobbiamo essere pronti con un’offerta turistica più ampia e strutturata, in cui le stazioni ferroviarie diventino poli di attrazione. Per il salto di qualità definitivo serve una cooperazione pubblico-privata che si traduca in itinereari e progetti condivisi e, più complessivamente, in un’accoglienza che può e deve essere organizzata lungo tutto l’anno, e non solo nel periodo estivo”.

I numeri, infatti, condannano ancora l’Irpinia ai margini del turismo campano. “Attualmente solo l’1 per cento del flusso turistico che interessa la nostra regione, pari a circa 18 milioni di visitatori annui, arriva nelle aree interne. E’ un dato che ci penalizza, nonostante sia ampiamente documentato che il turismo enologico è in continua ascesa. Evidentemente la nostra provincia non è pronta per gestire un flusso turistico continuo. E’ questo il gap che dobbiamo colmare al più presto”.

“Dobbiamo andare oltre la sagra e il singolo evento – sottolinea Zoina – ma per fare questo occorre, prima di tutto, potenziare le strutture alberghiere, e poi organizzare una proposta integrata che metta insieme le bellezze della nostra provincia, evitando inutili divisioni e campanilismi. Il progetto pilota dell’Alta Irpinia e l’Area Vasta, che fa capo al Comune di Avellino, sono i due strumenti ai quali guardare per immaginare strategie e investimenti proiettati nel lungo termine”.

Tra i settori sui quali investire c’è sicuramente la formazione. “Oggi siamo in grado di garantire un’offerta formativa competitiva che può forgiare le figure professionali del futuro, i nuovi profili richiesti anche nel turismo. Penso al polo enologico della Federico II di Napoli, ma anche all’istituto Agrario o lo stesso Alberghiero”.

“Il turismo, nel momento in cui si inizierà ad investire seriamente nella formazione, può rappresentare una risposta significativa anche sul fronte più strettamente occupazionale. E’ arrivato il momento di investire in questa direzione, continuare a guardare altrove, ignorando le nostre potenzialità, sarebbe un errore davvero imperdonabile.”

Per Zoina è fondamentale anche agire sulla leva dell’innovazione. “Le nuove tecnologie vanno capitalizzate per promuoverci e farci conoscere al meglio in Italia, come oltre i confini nazionali. Penso, ad esempio, ad una piattaforma digitale multilingue, con visite virtuali e percorsi mirati, che fotografi la nostra provincia in tutti i suoi aspetti e sia in grado di indirizzare e gestire al meglio le richieste che arrivano dall’esterno. Serve però cooperazione, capacità di guardare un po’ più avanti per condividere un progetto unitario. In questo senso diventa fondamentale una classe dirigente illuminata, che sappia capitalizzare le risorse locali e guidare i processi di sviluppo”.

 

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