“Tie-Break”: in manette gli usurai del Mandamento

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Cinque mesi di accertamenti, intercettazioni per incastrare gli strozzini del Mandamento: Adriana Rosanelli classe ’67 disoccupata, Giuseppe Ubaldo Rosanelli classe ’53 grossista di carne, Carmine Rosanelli classe ’80 macellaio e figlio di Giuseppe Ubaldo, Felice Gaetano classe ’60 ufficialmente disoccupato, tutti di Mugnano, e Angelo Muollo macellaio classe ’46 di San Potito Ultra, dall’alba di ieri si trovano dietro le sbarre del Carcere di Bellizzi. Agli arresti domiciliari il sesto componente della banda: Saveria Rosanelli salumiera classe ’53 di Mugnano. Sul capo dei protagonisti, tutti legati da vincoli di parentela o di affinità, dell’operazione denominata “Tie–Break”(cravatta spezzata) pendono le accuse di concorso in usura ed estorsione.
I fatti risalgono all’autunno del 2001: una donna, oggi 65enne, dell’hinterland avellinese impiegata dell’Enel in pensione da pochi mesi, per fronteggiare una momentanea difficoltà economica ha pensato bene di rivolgersi ad una conoscente, la 38enne Adriana Rosanelli. Difficoltà vere, insomma, per mandare avanti la famiglia, visto il basso reddito del marito impiegato, per far studiare i 5 figli, per pagare il fitto della casa, per mangiare, per vestirsi: la Rosanelli si è attivata immediatamente. Non poteva non “aiutare” una persona a lei “cara”. E, nel giro di pochi giorni, la 38enne ha messo in contatto la 65enne con sua sorella Saveria: le due donne si sono incontrate e nel momento in cui si sono strette la mano, la 65enne era ormai caduta nelle grinfie degli strozzini. A distanza di qualche ora, Saveria le ha consegnato la somma chiesta: 50 milioni delle vecchie lire. Il tutto procedeva secondo i piani. Il nuovo “pollo” era pronto per essere spennato. La “vittima sacrificale”, intascato il prestito, è stata costretta a sottoscrivere cambiali per un ammontare non specificato. Dopo alcune settimane, incassata la liquidazione di trattamento fine rapporto, la 65enne ha incontrato Saveria per consegnarle i 78mila euro. La strozzina, offesa, dell’esigua somma, si è scagliata contro la vittima: l’ha minacciata che qualora non avesse estinto il debito contratto avrebbe consegnato le cambiali a soggetti poco raccomandabili, dal grilletto facile. Minacce che hanno turbato la psiche della donna tant’è che, esasperata ed impaurita dalle quotidiane pressioni, nel settembre del 2004 (circa 3 anni dopo l’inizio del calvario) ha deciso di raccontare la storia al marito. L’uomo è riuscito a convincerla nel denunciare l’accaduto ai Carabinieri: ad accogliere il racconto è stato il Capitano del Comando Provinciale dei Carabinieri, Paolo Dembeck. Un racconto dettagliato, con tanto di nomi e di prove che ha dato il “là” alla Benemerita per avviare un’attività d’indagine. Una delicata ed intensa attività, come ha spiegato il Capitano Dembeck nel corso della conferenza stampa di ieri, necessaria per avere riscontri a quanto era stato denunciato dalla vittima. A coordinare le indagini il Sostituto Procuratore, Antonella Ciccarelli, che grazie agli elementi raccolti dai Carabinieri ha chiesto ed ottenuto l’emissione di 5 ordinanze di custodia cautelare in carcere e di un provvedimento per i domiciliari dal Gip Daniela Cortucci. Ottenuto l’ok, dunque, il Capitano Dembeck ed il Maresciallo Primo hanno chiamato a rapporto 40 Carabinieri in forza alla Compagnia e alla Stazione dell’Arma di Via Roma: a sirene spiegate, alle ore 5.30, hanno fatto irruzione nelle abitazioni dei sei usurai. Nel blitz sono state rinvenute non solo cambiali e assegni, arricchiti da un tasso usuraio che in alcuni casi si aggira all’800% in base annua, ma anche agende con nominativi di probabili clienti e munizionamento. Ammanettati, sono stati tradotti presso il Carcere di Bellizzi. Nel corso della conferenza stampa, il Comandante Giovanni Di Blasio si è soffermato sul fenomeno dell’usura: “E’ una piaga silente e sommersa che coinvolge soggetti poco propensi a manifestare il loro disagio anche nell’ambito familiare. Sulla scorta di quanto accaduto in danno della vittima degli usurai di Mugnano, anche se non è possibile tirare un bilancio non possiamo comunque escludere che lo strozzinaggio sia presente in Irpinia. C’è da sottolineare che è fondamentale per contrastare i reati dell’usura e dell’estorsione la collaborazione tra la vittima e le forze di polizia. Ovviamente colui che cade nella rete degli usurai non ha l’obbligo di denunciare la vicenda. Basta, però, solo un piccolo segnale perchè i Carabinieri possano attivarsi e smascherarli. E il coraggio di questa donna è la dimostrazione della fattiva collaborazione tra il cittadino e gli inquirenti”. L’attività continua: al momento sono cinque le persone indagate per favoreggiamento reale. Parenti degli strozzini di Mugnano che avrebbero favorito l’occultamento del materiale che prova l’esistenza dello strozzinaggio. Non si escludono, dunque, nuovi e probabili colpi di scena.

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