Tentato omicidio Romagnuolo: due restano in carcere, Di Gaeta libero

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Due misure cautelari confermate e una annullata. Questa la decisione dei giudici della X Sezione del Tribunale di Napoli nei confronti di tre dei cinque indagati per il tentato omicidio di Alessio Romagnuolo, raggiunti due settimane fa da una misura cautelare in carcere per accuse a vario titolo che vanno dal tentato omicidio alla detenzione e allo sparo in luogo pubblico e alle minacce. Restano in carcere Sebastiano Sperduto, che avrebbe avuto proprio lo scontro con Romagnuolo, per la vicenda già nota avvenuta qualche giorno prima in un locale avellinese, e Cristian Saggese.

Annullata la misura cautelare per Maurizio Di Gaeta, per lui evidentemente (ma si saprà solo tra 45 giorni all’atto del deposito delle motivazioni) il fatto che la sua vettura non sia mai giunta in prossimita’ dell’ abitazione di Quattrograna Ovest, avra’ determinato i giudici del Tribunale della Liberta’ a non ritenere il suo un atto rafforzativo dell’azione criminosa. Rinuncia invece al Riesame per un altro indagato, Yuri Perrino. Un primo riscontro significativo da parte del Riesame alle indagini dei Carabinieri della stazione di Avellino coordinate dal pm Vincenzo Toscano, che hanno individuato cinque dei sei presunti componenti del commando entrato in azione il 19 ottobre scorso nel quartiere avellinese per il raid contro Romagnuolo.

Come e’ noto ad essere gravemente indiziato di aver materialmente esploso i colpi di arma da fuoco nei confronti di Romagnuolo, dopo avergli intimato “vieni un attimo” sotto il porticato dell’abitazione di Romagnuolo sarebbe stato Marco Frasca, che prima di esplodere i colpi avrebbe anche detto a Romagnuolo: “uomo di m.. Ti devo uccidere”. I movimenti delle vetture, le celle telefoniche agganciate e le testimonianze raccolte (la vittima non aveva pero’ saputo indicare i suoi aggressori) hanno consentito ai Carabinieri della Stazione di Avellino di chiudere il cerchio sui presunti componenti del commando entrato in azione a Quattrograne.