Tentato omicidio premeditato a Cervinara. Processo “lampo” per i due fratelli autori del raid

0
872

CERVINARA- La Procura di Avellino ha chiesto ed ottenuto il giudizio immediato nei confronti dei due fratelli di San Martino Valle Caudina che nella notte tra il 16 e 17 agosto scorso avevano tentato di uccidere un ragazzo di Cervinara mentre si intratteneva in un bar di Via Roma nel centro caudino. I due erano stati successivamente rintracciati dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino a Caivano, ascoltati dal pm, che durante l’esame aveva sospeso le sommarie informazioni per denunciarli. Qualche giorno dopo erano stati raggiunti da un decreto di fermo eseguito sempre dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino. L’ accusa nei loro confronti e’ quella di tentato omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi e di detenzione e porto della pistola, una calibro 22, utilizzata per fare fuoco. La difesa dei due indagati, che dopo una prima fase in cui hanno avuto un altro legale si sono affidati da tempo al noto penalista Vittorio Fucci, avrebbe già chiesto per entrambi il giudizio abbreviato. Si attende che ora sia il Tribunale a decidere se accogliere la richiesta di abbreviato. Il punto fondamentale nel procedimento resta quello della premeditazione. Per la Procura e i Carabinieri quanto avvenuto intorno alle tre del mattino in Via Roma a Cervinara fu un vero e proprio agguato premeditato. Ovviamente alla base delle conclusioni ci sono tutti gli elementi raccolti dai militari del Nucleo Investigativo e quelli dei militari della Compagnia di Avellino, intervenuti poco dopo il ferimento. Fondamentali per la ricostruzione si sono rivelate le immagini della videosorveglianza attiva in zona. In primis le modalità di arrivo dei due presso il bar, con la targa coperta e soprattutto parcheggiando a qualche metro dal locale. Un altro elemento utile, confrontato con le dichiarazioni rese in sede di sit dagli stessi indagati, e” legato alla presunta lite che avrebbe determinato poi il ferimento. Gli orari non collimerebbero. Tre minuti, troppo pochi per quella che sarebbe la dinamica parzialmente ammessa dai due stessi indagati. Bisognera’ anche capire quale sara’ la nuova strategia difensiva. Saranno i giudici a dovere decidere.