Tra il 2018 e il 2023 la tariffa Tari in Irpinia è diminuita significativamente, con una riduzione media di oltre il 9%. È quanto emerge da uno studio condotto dalla UIL Irpinia-Sannio, che ha analizzato i costi in 109 capoluoghi di provincia italiani. A illustrare i dati, nel corso di una conferenza stampa, sono stati il segretario provinciale Luigi Simeone e Michele Caso, che hanno evidenziato alcune anomalie rispetto al trend nazionale.
“È un dato che rispecchia un andamento anomalo nel Sud”, ha spiegato Simeone. “Mentre le grandi città soffrono, Avellino – nonostante le tante critiche rivolte a IrpiniAmbiente – ha continuato a garantire un servizio uniforme sul territorio. Il problema non può essere ridotto a una sterile contrapposizione tra pubblico e privato. A nostro avviso, la vera questione è politica e dovrebbe restare fuori dalla gestione delle public utilities, soprattutto alla luce delle esperienze fallimentari che abbiamo già vissuto in Irpinia”.
Parlando della situazione attuale ad Avellino città, Simeone ha aggiunto: “Dai dati in nostro possesso non riscontriamo un impatto significativo del passaggio a Grande Srl. I costi per il 2024-2025 risultano sostanzialmente allineati a quelli registrati quando era IrpiniAmbiente a gestire il servizio. Ma il punto non è Grande: il nodo vero è capire perché si voglia smantellare un modello che funziona, rischiando di replicare quanto già accaduto con la gestione della depurazione, del gas e dell’acqua. Il problema non è il sistema, ma chi lo gestisce”, ha concluso il segretario provinciale.
Una lettura critica anche nei confronti delle promesse dell’ex sindaco Gianluca Festa, che aveva annunciato un abbassamento delle tariffe Tari, promessa che – secondo la UIL – non trova riscontro nei dati. “I cittadini ci hanno già segnalato un aumento della tassa, e si tratta di un dato incontrovertibile”, ha sottolineato Michele Caso. “La nostra analisi mostra che, nel tempo, la provincia è riuscita a contenere i costi, ed è un risultato che va letto non solo in chiave economica, ma anche politica. I sindaci devono riflettere seriamente su questo”, ha concluso il sindacalista.