Avellino – “L’opportunità che l’Irpinia sia una parte rilevante del progetto Aree Interne non va persa”, è questo, in sintesi, il senso dell’intervento dell’onorevole Giuseppe De Mita, deputato Udc e vice presidente vicario del gruppo “Per l’Italia” alla Camera, in occasione del confronto promosso dalla Cisl Irpinia-Sannio dal titolo “Dal Patto per lo sviluppo allo sviluppo delle aree interne” che si è tenuto questa mattina presso la Sala Grasso di Palazzo Caracciolo ad Avellino.
“L’Irpinia – ha dichiarato De Mita in avvio del suo intervento – è storicamente un’area interna, con i problemi tipici delle aree interne. Il merito del lavoro svolto prima da Barca e poi da Trigilia è stato quello di considerarle più dentro la logica rivendicativa. Oggi le aree interne diventano un pezzo della strategia nazionale e di quella europea. Oggi il nostro compito è quello di capire come stare dentro a questo processo. Diventa, perciò prioritario avere consapevolezza. Ho, invece, la sensazione che non si abbia nitida questa visione. Il Patto dello Sviluppo è stato ed è un disegno. I sindaci ne sono fisiologicamente i destinatari e perciò sono dentro il Patto. Il merito del Patto è quello di aver individuato le questioni su cui ragionare e su questo l’Irpinia è stata tra le aree più avanzate in Italia”.
Poi il deputato Udc si è soffermato sulle reali opportunità che si pongono dentro il percorso di crescita delle aree interne. “Esistono – ha continuato De Mita – due pezzi: il piano nazionale e quello comunitario. Sul piano nazionale ritengo che la questione abbia una valenza simbolica ma non solo. Per l’Irpinia essere individuata come area progetto pilota diventa un approdo fondamentale. Al Patto è stato elaborato un progetto sulla banda larga che si è concretizzato in un protocollo con la Regione Campania. Si tratta di un progetto declinato soprattutto sull’organizzazione dei servizi sanitari. Il piano nazionale intende finanziare quelle azioni che puntano al riequilibrio su sanità, scuola e trasporti. E’ per questo che l’Irpinia deve esserci e può esserci. Il nodo, perciò, non è cosa chiedere alla Regione come rivendicazione. Il punto è esserci e se i criteri vengono definiti a livello più generale, attraverso un interlocuzione con il Governo, l’Irpinia c’è perché rappresenta un paradigma”.
“Il secondo pezzo – ha dichiarato ancora l’onorevole Giuseppe De Mita – è rappresentato dai fondi europei. E’ in questo caso che c’è la necessità di un confronto con la Regione Campania. Il prossimo 22 aprile si chiuderà l’Accordo di partenariato sulla nuova programmazione e la Regione Campania dovrà scrivere il Por. Di questo ne abbiamo discusso in occasione del confronto con il ministro Trigilia a febbraio ad Avellino e su questo c’è stato un chiaro impegno del presidente Caldoro. E’ in questa fase di scrittura del Por che come sistema territoriale irpino dobbiamo proporre alla Regione Campania un asse dedicato alle aree interne che tenga conto, inoltre, dei nuovi fattori produttivi che sono turismo, cultura e natura e che possono rappresentare un pezzo importante del nuovo sviluppo possibile”.
Una questione da non tacere è quella del riordino delle Province come previsto dalla legge Delrio. “L’amministrazione provinciale – ha detto ancora De Mita – continuerà ad avere competenze sulla pianificazione territoriale. La Provincia di Avellino ha approvato un buon Piano territoriale di coordinamento provinciale. A questo punto, senza perdere tempo, vanno attivate le conferenze di co-pianificazione per far nascere le Unioni dei Comuni, evitando così di correre il rischio che queste nascano sulla base delle simpatie politiche e partitiche degli amministratori di turno. Se le facciamo in tempi rapidi saremo impermeabilizzati di fronte all’inadeguatezza della legge Delrio. Abbiamo il dovere di organizzarci e non possiamo perdere tempo prezioso”.
Infine, il riferimento alla piattaforma logistica e all’area dell’Ufita. “Gli strumenti ci sono – ha concluso De Mita – ciò che andrebbe fatta è una manifestazione d’interesse che consenta di attivare la procedura del project financing. In realtà, inizio ad avere una preoccupazione. Dato che le questioni vanno progressivamente a sbloccarsi – basti pensare all’Alta Velocità e alla Stazione Hirpinia – ma nonostante questo restiamo fermi alla protesta, non stiamo costruendo le migliori condizioni per diventare attrattivi”.