“Non serve militarizzare, ma più scuole e servizi. Occorre dare alternative e risposte ai giovani”. E’ la riflessione del Procuratore capo di Avellino Domenico Airoma sullo stupro delle due bambine tra le fatiscenti mura delle palazzine popolari del Parco Verde di Caivano.
Il capo dei pm irpini ha rilasciato una lunga intervista ai taccuini de Il Mattino di Napoli. Nove anni fa Airoma, insieme alla collega Claudia Maone e al procuratore Francesco Geco, sostenne l’accusa nel processo contro il responsabile degli abusi e dell’omicidio della piccola Fortuna Loffredo. Fu colui che fece condannare l’orco di Fortuna e quindi conosce bene la realtà napoletana.
“Il Parco Verde – dice Airoma – è la nostra cattiva coscienza, non serve la sola riflessione. La camorra, oggi, ha cambiato atteggiamento di fronte agli abusi e agli orrori. E’ infatti pronta a lucrare su questi vizi. I video – sostiene il procuratore – vengono fatti per essere diffusi, perché c’è una domanda. La camorra fa della prostituzione minorile e della pedopornografia un ulteriore filone di arricchimento. Prima, quando veniva commesso un reato o un abuso su un minore, la criminalità interveniva per vendicarlo, ora si registra un’assoluta omertà”.
Airoma ricorda ancora una volta la frase di Giovanni Falcone: “La camorra è certamente egemone, ma non è un cancro che prolifera a caso su un tessuto sociale sano. Al Parco Verde il tessuto sociale è sicuramente malato e i responsabili di questa malattia sono coloro che hanno lasciato vuoti che la criminalità colma e attorno ai quali il degrado prolifera. Un vuoto di istituzioni, una miscela di indifferenza, rassegnazione e collusione”.