Strage Acqualonga, attesa oggi pomeriggio la sentenza. A 10 anni di distanza

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Strage Acqualonga, è attesa per questo pomeriggio la sentenza di secondo grado che chiuderà il processo d’Appello. Sono passati dieci anni e due mesi da quel 28 luglio del 2013 quando nel tratto di Monteforte Irpino dell’A16 Napoli-Canosa avvenne il più grave incidente stradale della storia d’Italia. 40 vittime a bordo di un bus turistico proveniente da una gita religiosa finito nella scarpata dopo un volo di trenta metri.

Il verdetto di primo grado, emesso nel gennaio 2019 dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino Luigi Buono, aveva statuito la condanna del titolare dell’azienda che gestiva il bus, Gennaro Lametta, alla pena di 12 anni, come richiesto dall’accusa. Otto anni invece per la dipendente della Motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola, a fronte di una richiesta di 9 anni. Sei anni di reclusione, invece, ai dirigenti di Autostrade, Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia. Paolo Berti e Gianni Marrone, il primo direttore di tronco di Autostrade e il secondo dipendente della concessionaria, sono stati condannati a 5 anni e 6 mesi. Ritenuti colpevoli anche altri due dipendenti di Aspi, Michele Renzi e Bruno Gerardi, condannati a 5 anni. Assolti invece, oltre a Giovanni Castellucci, il dg di Autostrade, Riccardo Mollo, e i dipendenti Michele Maietta, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino.

Contro quest’ultime assoluzioni si era appellata la Procura. Il sostituto procuratore generale di Napoli Stefania Buda, nella requisitoria, ha chiesto la condanna per tutti gli imputati assolti in primo grado, tra questi – appunto – l’ex manager Castellucci, finito nell’indagine anche per il crollo del Ponte Morandi di Genova. In primo grado era stata esclusa la responsabilità della direzione centrale di Aspi in relazione alla mancata sostituzione delle barriere laterali dell’autostrada. La difesa aveva insistito sulle assoluzioni. La parola ora passa ai giudici.