Sprar e accoglienza: il bando c’è, ma non si vede. E i tempi si allungano

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Marco Imbimbo – Il bando per la rete S.P.R.A.R. sarebbe pronto e anche registrato, ma non ancora pubblicato, quindi se ne parlerà la settimana prossima, almeno per renderlo ufficiale. Poi serviranno i tempi tecnici previsti dalla legge, con il bando che deve rimanere pubblicato almeno 45 giorni. Successivamente ci sarà la verifica delle offerte pervenute, poi la redazione del progetto e quindi l’invio della domanda al Ministero per una sua valutazione. I tempi, a conti fatti, si prospettano lunghi.

Parliamo del bando che il Comune pubblicherà per individuare i partner con cui redigere il progetto per aderire alla rete S.P.R.A.R., messo in campo anni fa dal Ministero degli Interni. Con questo, si dà la possibilità ai Comuni di entrare nel vivo nell’accoglienza dei migranti presenti sul territorio cittadino, sia mettendo in campo politiche di accoglienza che supervisionando il tutto.

Nonostante sia pronto, però, il bando non è stato ancora pubblicato. «Lo S.P.R.A.R. si farà perché è questo l’indirizzo politico dato dall’amministrazione e, i dirigenti, sono obbligati a mettere in campo quelli che sono gli indirizzi politici, chiaramente nei limiti della legalità», sottolinea l’assessore alla Politiche Sociali, Teresa Mele.

Il tutto nasce oltre un anno fa quando, il Consiglio Comunale, approvò la mozione del gruppo “Si Può”, in cui si chiedeva di aderire alla rete S.P.R.A.R. «Da allora gli uffici hanno cominciato a lavorare sul progetto», sottolinea Mele. Se la volontà è chiara, ancora non è stata individuata, invece, la struttura da destinare all’accoglienza dei 50 migranti previsti. «Per evitare alibi al non voler fare il progetto S.P.R.A.R., si è stabilito di non individuarla per forza nell’ambito di quelle che sono le strutture comunali», sottolinea Mele.

Un’altra incertezza riguarda i tempi. Una volta espletato il bando e inviato il progetto al Ministero, bisognerà attendere il responso e l’erogazione dei contributi per realizzarlo. Di norma, i progetti pervenuti durante l’anno, vengono valutati in una delle due finestre previste (31 marzo o 30 settembre), poi l’erogazione del contributo avviene circa 3 mesi dopo. La prima finestra, nonostante la proroga al 16 aprile, sarà di fatto inaccessibile quindi, al netto di altre proroghe, il Comune di Avellino dovrà attendere che passi l’estate per ottenere risposta dal Ministero.

«Gli enti locali possono sempre presentare il progetto S.P.R.A.R. al Ministero – sottolinea Mele. Io chiedevo un’accelerazione proprio perché credo che, metterci un anno per cercare di pubblicare un bando che è pronto, rappresenti tempi biblici. Polemiche a parte, spero che i tempi siano ristretti e che, appena la dirigente rientri dalle vacanze, si possa entrare nel merito e fare tutto in breve tempo».

Una volontà chiara, dunque, quell’amministrazione che, purtroppo, finora ha dovuto fare i conti con i tempi della burocrazia che stanno rallentando il tutto. «La realizzazione dello S.P.R.A.R. garantisce sia inclusione che controllo da parte del Comune. In passato sono state fatte polemiche sulla cittadinanza che sarebbe razzista, ma ritengo che non sia così. Lo S.P.R.A.R. può garantire e far stare tranquilli tutti gli abitanti di Avellino perché le cose, quando sono ben organizzate e vigilate, sono di garanzia per tutti».