Pasquale Manganiello – C’è un alto rischio di non poter vedere Chris Froome nella tappa di Montevergine del prossimo Giro d’Italia.
Il ciclista britannico quattro volte trionfatore al Tour de France e recente vincitore della Vuelta in Spagna, è stato trovato positivo al salbutamolo (un broncodilatatore) durante un controllo antidoping effettuato proprio nella corsa a tappe spagnola, il 7 settembre, al termine della 18ª tappa da Suances a Santo Toribio de Liebana. L’Uci comunica di non avere provveduto alla sospensione provvisoria del corridore, in ragione della natura della sostanza incriminata, un farmaco antiasmatico che Froome assume da tempo. La concentrazione di salbutamolo nelle urine del capitano del Team Sky, però, è superiore alla soglia massima consentita di 1000 nanogrammi/millilitro. Un caso simile a quelli di Alessandro Petacchi e Diego Ulissi, che per lo stesso motivo furono squalificati per un anno e per nove mesi rispettivamente. Quindi il vincitore di Tour e Vuelta 2017 rischia di saltare il prossimo Giro d’Italia.
Froome però nega ogni coinvolgimento:
“Capisco che la gente sia un po’ scioccata ma di sicuro non ho infranto alcuna regola”.
Il ciclista è tornato a proclamare la sua innocenza, dal ritiro di Maiorca dove col team Sky si sta preparando in vista della prossima stagione in cui proverà a centrare l’accoppiata Giro-Tour.
“Posso capire molte delle reazioni, specie vista la storia del nostro sport, ma non si tratta di una positività – ha spiegato ancora il 32enne corridore britannico – Il ciclismo ha alle spalle un passato molto oscuro e nell’arco della mia carriera ho provato a fare di tutto per mostrare che le cose sono cambiate. Sono un corridore professionista che cura i suoi sintomi e va in bici con l’asma da dieci anni”.
La notizia ha destato scalpore anche tra i cicloamatori irpini.
Paolo Iacobellis, montemilettese, uno dei tantissimi irpini appassionati di ciclismo, ha così commentato il caso:
“La positività all’antidoping di Froome – afferma Iacobellis – è una pessima notizia per il movimento, la cui credibilità è stata largamente minata specie a cavallo degli anni ’90 e 2000. Va comunque detto che il ciclismo è lo sport di gran lunga più controllato e probabilmente tra i più massacranti, se non il più massacrante. Detto questo, al di là della mentalità, per ridurre le tentazioni a spingersi oltre i limiti dell’ antidoping, i percorsi delle grandi corse a tappe andrebbero rivisti, almeno riducendo il chilometraggio delle tappe.”
E sulla tappa di Montevergine:
“Fermo restando che la squalifica non è sicura, il Giro perderebbe l’uomo di spicco. A me, personalmente, non ha mai entusiasmato Froome, nè per il suo stile nè per il suo modo di correre. Ho percorso molte volte la salita di Montevergine, credo sia relativamente abbordabile. Faccio molta più fatica a salire Passo Serra, maggiormente partendo da Calore. Non so chi potrebbe vincere il Giro – conclude – si dovrà aspettare la starting list. Per la tappa irpina vedo favorito un passista-scalatore con un minimo di spunto veloce mentre per la vittoria finale probabilmente salirà sul gradino più alto del podio uno scalatore che non è fermo a cronometro.”
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