E’ la sera del 13 ottobre. Una colonna di cinque auto, con a bordo venti persone in tutto, esce dal casello di Cerignola ovest (provincia di Foggia) e si dirige verso Avellino. Sulle loro tracce c’è una pattuglia della Squadra Mobile di Foggia. La polizia sospetta che a bordo ci siano persone appartenenti alla malavita, dedite alla rapina di furgoni portavalori. Il pedinamento prosegue senza sosta, fino in terra irpina. Dalla Questura di Foggia, nel frattempo, è scattato l’allarme, con la pronta segnalazione ai colleghi di Avellino.
Sulla statale 7 bis, il gruppo criminale si divide. Tre delle cinque auto si dileguano: a bordo, quasi certamente, ci sono le armi pesanti, i kalashnikov. A Cesinali arrivano le due Jeep Compass, una bianca ed una nera, rubate in provincia di Bari lo scorso mese di maggio: si fermano davanti al cimitero. Scatta subito il controllo della polizia. In azione la pattuglia di Foggia e tre di Avellino.
Il conducente della Jeep bianca non ci pensa su due volte, ingrana la retromarcia per fuggire e tenta di investire due agenti della Mobile di Foggia scesi dalle loro auto. Dalla stessa auto, parte un colpo di pistola contro i poliziotti che prontamente rispondono al fuoco. A quel punto, in soccorso dei colleghi pugliesi, c’è un poliziotto di Avellino. Al suo indirizzo, altri due colpi di pistola. Anche lui risponde subito al fuoco. Nel corso della fuga, la Jeep bianca sfiora il terzo agente della pattuglia pugliese. Un vero e proprio conflitto a fuoco, dunque, nei pressi del cimitero di Cesinali: per fortuna quella sera piove, in strada non c’è praticamente nessuno.
I malviventi non hanno nessun scrupolo: sparano contro i poliziotti, tentano di investirli e, durante la fuga e l’inseguimento, fanno cadere sull’asfalto 90 chiodi a quattro punte di circa 10 centimetri. La fuga finisce, come si sa, sui binari della ferrovia in frazione Villa San Nicola. L’auto viene ritrovata con le portiere anteriori spalancate. A bordo c’è un uomo senza vita, G.R, 31 anni di Molfetta ma residente a Cerignola. E’ a volto coperto e con sé ha una radio ricetrasmittente, una torcia, sei chiavi inglesi, due cacciative, tre chiavi di vario tipo, una pinza, filo elettrico.
I conducenti della Jeep nera, nel frattempo, non riescono a fuggire dal cimitero di Cesinali e vengono bloccati. I tre vengono arrestati e sono tuttora indagati per resistenza a pubblico ufficiale e tentato omicidio. Si tratta di V.M., conducente: indossa un cappellino da pescatore che copre buona parte del volto; G.V, passeggero, V.C., seduto dietro. Entrambi con volto coperto da passamontagna. In auto ci sono: una pistola beretta, con matricola abrasa, due radio ricetrasmittenti, bomboletta di gas butano, una lancia per bomboletta di gas, 5 bottigliette in plastica con gas infimmambile, 92 chiodi in acciaio di grandi dimensioni a quattro piedi, 57 chiodi di acciaio di piccole dimensioni a quattro piedi, quattro paia di guanti, due torce.
Nel corso dell’interrogatorio, uno dei tre ha detto che si trovavano in zona per compiere furti d’auto e non assalti a portavalori. I 90 chiodi a quattro punte di 10 centimetri lanciati durante la fuga sono stati ritrovati in viale Sabino Cocchia.