MONTORO – Due anni, due mesi e venti giorni in Appello dopo una condanna a quattro anni e otto mesi inflitti dal Gup in primo grado. Si e’ chiuso con un Concordato e una riqualificazione dei fatti, ottenuta dalla difesa del presunto spacciatore, rappresentato dall’avvocato Massimiliano Russo, il processo di secondo grado davanti ai giudici della II Sezione Penale della Corte di Appello di Napoli per un soggetto raggiunto da una misura cautelare per spaccio e attualmente ancora sottoposto alla misura degli arresti domiciliari sulla base delle indagini condotte dai Carabinieri . L’imputato, che aveva fatto anche ammissioni rispetto alla sua condotta, rispondeva di tre imputazioni. Quella piu’ grave una cessione di 0,5 grammi di cocaina, cessione di quantitativi e tipologia imprecisata ad un minore ed ulteriori cessioni ad altri due clienti, che lo avevano anche indicato come colui a cui si riferivano per approvvigionarsi di sostanze stupefacenti. Ma proprio dal contenuto delle sommarie informazioni rese dai due “clienti” la difesa e’ riuscita a strappare prima la riqualificazione nello spaccio lieve che può essere riconosciuto (valutate le peculiarità del caso concreto) anche nei casi aggravati come la cessione ai minori e poi il Concordato. Infatti, come sottolineato nella discussione in aula dallo stesso avvocato Russo, per le cessioni di stupefacente i due testimoni avevano fatto riferimento sempre a somme intorno ai 10 euro, non certo compatibili con stupefacente “pesante”. Lo stesso numero della presunta attività di spaccio era limitato. Tutti elementi che hanno portato alla riqualificazione e alla nuova pena concordata con la Procura Generale, che i magistrati della Corte di Appello hanno anche motivato contestualmente.
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