Si lanciò nel vuoto per sfuggire al rogo nel Centro di Accoglienza: morto per il trauma cranico

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PRATA PRINCIPATO ULTRA- Il trauma cranico, che aveva portato delle gravi lesioni ai centri encefalici la causa del decesso del venticinquenne gambiano Njie Kabiro, volato giù da diversi metri dal centro di accoglienza di Prata Principato Ultra nel dicembre 2021. Questa la conclusione rassegnata dai consulenti della Procura di Avellino e confermata davanti al giudice monocratico Michela Eligiato. In aula è stato ascoltato uno dei consulenti della Procura che componevano il collegio che si è occupato dell’ esame autoptico, Francesco La Sala specialista medicina legale. Il medico legale ha evidenziato come il trauma cranico, al di là di altre condizioni emerse nell’ambito dell’esame avesse una rilevanza nell’exitus del venticinquenne. La difesa, il penalista D’Archi ha anche chiesto se ci fosse un collegamento tra il decesso e le inalazioni di monossido del rogo scoppiato in un’altra ala della struttura. Il medico legale ha chiarito come la prevalenza sia legata alla grave lesione traumatica. Il processo nei confronti di tre indagati per incendio colposo, lesioni colpose e omicidio colposo per la morte di un venticinquenne gambiano lanciatosi dal primo piano di un centro di accoglienza nella zona di Tavernanova di Prata il 30 dicembre del 2021 per sfuggire alle fiamme che avevano invaso i locali della struttura. L’accusa di omicidio colposo per la morte di Njie Kabiro che era deceduto il 27 marzo successivo al Moscati di Avellino, dove era stato ricoverato proprio la sera del 30 dicembre del 2021 per le lesioni riportate nel corso dell’incendio in seguito al volo di diversi metri dal primo piano delle struttura nel tentativo di sottrarsi alle fiamme. Accusa alla quale si aggiungono quella di lesioni colpose nei confronti di un operatore che era rimasto intossicato nel corso dello stesso incendio. Il pm che ha coordinato le indagini dei Carabineri, il sostituto Fabio Massimo Del Mauro, aveva chiesto il processo per tutti e tre. Gli imputati sono difesi difesi dagli avvocati Felice Bianco del Foro di Napoli Nord e Nicola D’Archi. La parte civile, l’operatore intossicato dal rogo, rappresentata dall’avvocato Guido Chiusano. In aula, per sentire gli operatori di pg impegnati nei primi interventi si svolgerà il prossimo 27 ottobre.