“Il mio augurio è che questo apporto delle neuroscienze non intervenga soltanto dopo la commissione di un delitto ma sia una educazione della personalità, soprattutto nella fase adolescenziale. So che qui ci sono anche due studenti sedicenni. Perché penso che l’educazione del comportamento e della personalità nella fase adolescenziale abbia una funzione di prevenzione generale”. Questo uno dei passaggi nel saluto della neo presidente del Tribunale di Avellino Francesca Spena alla platea che nell’aula Livatino sta partecipando ad un convegno che vede confrontarsi psicologi, avvocati ed investigatori sul ruolo della scienza nelle indagini, partendo da un caso particolare, quello di Pietro Maso. Al confronto, moderato dal direttore di Ottopagine Pierluigi Melillo, ha portato i saluti la presidente Spena. Per lei anche la prima uscita pubblica dopo il suo insediamento alla guida del Tribunale di Avellino. E ha fatto riferimento alla terribile storia di Afragola, parlando proprio dell’importanza che le neuroscienze intervengano non solo dopo la fase del delitto ma anche in una funzione preventiva generale: “Mi vengono alla mente i delitti di femminicidio, che due giorni fa hanno riguardato una ragazzina di 14 anni ad Afragola da parte del suo ex fidanzato. Ecco, ci sono nella nostra adolescenza ma anche in età più matura numerosi disturbi della personalità, che probabilmente non arrivano ancora alla fase patologica, ma che purtroppo possono sfociare in delitti. Quindi ben venga l’appoggio delle neuroscienze, di queste scienze multidisciplinari, affinché possano educare la personalità prima ancora dell’attività del l’autorità giudiziaria per reprimere i crimini”.
La presidente Spena, in prima fila insieme al questore di Avellino Pasquale Picone e al presidente dell’ordine degli Avvocati di Avellino Fabio Benigni, ha raccolto con piacere questa collaborazione tra mondo giudiziario e neuroscienze: “Raccolgo con piacere questa collaborazione, che c’è tra le neuroscienze e l’autorità giudiziaria in genere. Collaborazione che è particolarmente fruttuosa a livello investigativo, come abbiamo detto, perché aiuta nella ricerca del movente di tutti i delitti che non hanno una matrice razionale, ma che purtroppo trovano la loro origine nel disturbo della personalità. Disturbo che può essere di tipo seriale, ma che può dare anche manifestazioni episodiche come il caso di Pietro Maso, nei quali al movente economico che è stato dichiarato si univa certamente un disturbo della personalità, che si può anche diagnosticare. Ed è importante per corroborare nel caso dell’ investigatore e quindi nella ricerca della persona da portare a giudizio. Questa ricerca molto spesso non non ha esito positivo o comunque non trova un esito definitivo. Ad esempio, per Chiara Poggi ancora, non sappiamo se ci sarà una revisione di chi è stato davvero il colpevole, probabilmente alla base dell’ omicidio, anche quello efferato, doveva esserci comunque un disturbo della personalità, Ma in ogni caso l’indagine di questi disturbi tutti importante anche nella fase successiva, nella fase di giudizio. Da poco è stato definito in primo grado il caso di Alessia Pifferi. Noi tutti sappiamo quante discussioni ci sono state sull’esistenza o meno di un vizio di mente che se totale escluderebbe il giudizio se parziale determinerebbe una riduzione di pena”.