Un lungo, interminabile, minuto di rumore, quello che ha interrotto bruscamente il brusìo del passeggio serale di questo primo sabato di aprile sul Corso Vittorio Emanuele di Avellino. Un fortissimo tintinnìo di chiavi, simbolo della mobilitazione che sta travolgendo l’intero Paese, in seguito ai femminicidi di Sara Campanella e Ilaria Sula: “le chiavi che stringiamo tra le mani quando camminiamo di notte da sole, le chiavi delle case a cui non sono più tornate tante, troppe, nostre sorelle”.
Un rumore che riporta alla realtà anche i visitatori di Gusto Italia, che si sono accalcati all’ingresso della Villa Comunale, prima per curiosità, poi in sostegno all’iniziativa, attirati anche dalla canzone che è diventata un simbolo di questa lotta: “Figlia d’a tempesta”.
Sara Campanella, 22 anni, è stata accoltellata dal suo stalker alla fermata dell’autobus. Ilaria Sula, uccisa e chiusa in valigia dal suo fidanzato, per poi essere abbandonata in una scarpata. Ennesime donne strappate alla vita, in un anno che – a soli 4 mesi dal suo inizio – conta già 15 femminicidi.
Non è mancato un breve momento di discussione con un uomo che ha chiesto di intervenire: “Questa lotta è vostra, noi uomini siamo al vostro fianco. Autodeterminatevi”. “Non è una lotta che dobbiamo combattere da sole, dobbiamo farlo insieme” – la risposta.
A organizzare il presidio, il Circolo Arci Avionica e l’Arci di Avellino, impegnati da tempo in un percorso di lotta alle discriminazioni di genere.