Rischio terremoto, il Comune studia il piano per non farsi trovare impreparato

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Marco Imbimbo – L’Irpinia è una zona ad alto rischio sismico, come dimostra il cataclisma dell’Ottanta. Una condizione da non sottovalutare, al punto che, a Piazza del Popolo, sono almeno due anni che si sta lavorando sul piano di Protezione Civile in caso di sisma. Questa mattina è stata presentata la bozza del progetto, da parte dell’assessore ai Lavori Pubblici, Costantino Preziosi, e del geologo, Roberto D’Orsi, che per un breve periodo è stato anche assessore all’Ambiente.

Il primo punto da cui partire è quello di imparare a convivere con la consapevolezza che, la città, potrebbe essere colpita da un terremoto, come sottolinea Preziosi. «Un eventuale sisma deve essere un fatto ordinario e non straordinario. Noi, come cittadinanza, siamo rimasti scottati dal terremoto di 40 anni fa». Il futuro piano di protezione civile, sarà oggetto di un’ampia campagna di comunicazione, tramite la sensibilizzazione dei cittadini. «Questa è prima cosa che faremo. Per renderlo operativo, porteremo il piano nelle scuole, negli uffici, anche con l’aiuto delle associazioni presenti nel nostro gruppo comunale», spiega Preziosi.

La bozza di piano, elaborata a Piazza del Popolo, ha individuato le aree di accoglienza delle persone, in caso di sisma. Sono 4 in totale, in grado di accogliere 2000 persone: 2 allo stadio, una al campo di Borgo Ferrovia, 1 nell’impianto sportivo di San Tommaso. A queste si aggiungono le 44 aree di attesa della popolazione, mentre nei pressi del Mercatone e del campo sportivo sono state individuate le aree di ammassamento dei soccorritori.

Il piano di intervento verrà elaborato in più parti, a seconda dello scenario che si potrebbe verificare, come spiega invece D’Orsi: «Va dimensionato in base a quello che può capitare in modo tale che, eventuali disagi alla popolazione, vengano, tra virgolette, resi meno pesanti. Quindi sono state individuate quelle che devono essere le aree e gli edifici strategici del piano, che dovranno rispondere a determinati requisiti al fine di non essere inutilizzabili al momento dell’emergenza».

L’elaborazione del piano, dunque è in atto, ma manca ancora la parte operativa degli interventi. «Verrà preparata insieme alle associazioni e ai cittadini coinvolti nell’elaborazione. Tutte le attività che metteremo in campo nei prossimi mesi, verranno svolte insieme a loro. Ci saranno vari modelli d’intervento, a seconda dello scenario di riferimento. Ognuno preparato insieme alla popolazione e alle associazioni presenti sul territorio».

Indipendentemente dal tipo di sisma che potrebbe colpire il capoluogo, i tempi di reazione del Centro Operativo Comunale, devono essere celeri. «La struttura deve entrare in funzione entro un’ora dall’emergenza, quindi allestire la sala del sindaco, degli altri responsabili e di tutte le associazioni che gireranno intorno alla gestione dell’emergenza – spiega D’Orsi. Teniamo presente, però, che per lo scenario di tipo A o B, il Comune riesce a soddisfare il fabbisogno del territorio con le proprie risorse. Invece, in caso di terremoto di grosso magnitudo e quindi  uno scenario non più locale o regionale, ma nazionale, è il dipartimento che entra in funzione insieme alla Prefettura e gli altri enti preposti che sono presenti sul territorio».