La Riforma entrata in vigore in Campania il 10 gennnaio sull’anagrafe canina danneggia fortemente l’operato dei volontari tant’è che gli animalisti l’hanno già ribattezzata “Ammazza Volontari”. Al via una Petizione in base allo Statuto Regionale del Partito Animalista Italiano che dice: “così muore il volontariato”.
In sostanza: se un privato cittadino si presenta in determinate circostanze dal veterinario privato con un cane per la microchippatura, dovrà fornire la data di nascita della madre e se non ce l’ha potrà sì avere il microchip ma sarà attivato un allert e successiva sanzione dall’Asl, anche se si tratti di un cane randagio ritrovato da volontari e/o singoli.
Seppure il fine della modifica è quello di voler prevalentemente porre sotto controllo le cosiddette cucciolate private, in ogni caso tale modifica può creare seri problemi al mondo del volontariato, soprattutto costituito da singoli o piccoli gruppi che non facciano parte di associazioni più strutturate.
“E’ per questo che – afferma il presidente Cristiano Ceriello – il Partito Animalista Italiano ha iniziato la raccolta firme per una Petizione Regionale, prevista dall’art. 16 dello Statuto della Regione Campania, al fine di chiedere la modifica della norma affinchè:
• si precisi in modo più analitico e circostanziato i casi specifici in cui venga attivata la procedura di allert e le sanzioni nei confronti dei privati;
• si precisi una chiara differenziazione tra cani provenienti da chiare cucciolate “di razza” e cani meticci, oltre che randagi salvati da privati e volontari:
• si cambi la normativa con modalità favorevoli per i singoli volontari che abbiamo portato in salvo un cane dimostrandolo anche con autocertificazione;
• in ogni caso attivare la costituzione di un tavolo tecnico per una riforma più complessiva delle procedure relative all’anagrafe canina.
Il volontariato, specialmente quello composto da piccoli gruppi, piccole associazioni locali e spesso pochi singoli, è uno dei pilastri per la lotta al randagismo e alla tutela del benessere animale nella Regione Campania, oltre che in tutto il Sud Italia.
In ogni caso il Partito Animalista Italiano, sperando in un ravvedimento della Giunta Regionale, si dice anche pronto alla raccolta firme per l’indizione di un Referendum Regionale”.