L’Irpinia dei rifiuti riparte dal piano straordinario per le discariche a seguito del via libera del Consiglio dei Ministri alla seconda gestione Bertolaso e alla nomina di Alberto Pierobon a subcommissario per la raccolta differenziata. Un vertice che ha raccolto martedì sera il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, i Ministri dell’Interno, Giuliano Amato e all’Ambiente, Alfonso Pecoraro Scanio, oltre al capo della Protezione Civile. E dal quale si è deciso di fronteggiare nuovamente l’emergenza con la riapertura della discarica di Serre, nel Salernitano (da allocare però alla massima distanza possibile dall’oasi wwf e limitata ad un massimo di 700mila tonnellate rispetto all’iniziale ipotesi di 2 milioni), oltre all’attivazione di piccole discariche provinciali (quali Dugenta, Eboli, Lo Ettaro e Savignano Irpino). L’obiettivo finale: l’autosufficienza a livello provinciale che chiama quindi all’impegno sul campo di ogni territorio circoscritto. Alias: provincializzazione che sarà confermata con l’approvazione della Legge regionale sui rifiuti. Intanto a Savignano Irpino monta la protesta con a capo il sindaco Oreste Ciasullo il quale contesta l’individuazione del sito di località Ischia perché ritenuto non idoneo. La scelta della provincializzazione dei rifiuti fa poi maturare qualche perplessità e pone nuovi problemi ad una situazione già di per sé incandescente. A pronunciarsi sulla questione è il capogruppo dell’Udc al Comune di Avellino, Gennaro Romei. “L’amministrazione provinciale, i comuni e le associazioni sono di fronte alla necessità di ricercare insieme soluzioni ad un problema che da anni si trascina senza sbocchi. Il Comune di Avellino, con la scelta del Cdr, avviò coraggiosamente un percorso a cui le altre istituzioni presenti sul territorio non hanno dato giusto seguito”. Per evitare il dilagare di una nuova emergenza, secondo Romei, appare opportuno in questa fase che “le istituzioni, ad ogni livello, collaborino, ricercando luoghi di concertazione per decisioni condivise, oltre gli steccati delle divisioni politiche. I colpevoli ritardi accumulati dalla Regione hanno finora prodotto non pochi danni ai cittadini della Campania e a quelli della provincia di Avellino. La provincializzazione appare una scelta intelligente”. Anche se le preoccupazioni non mancano. “Occorre evitare – continua la nota – che fruiscano nella provincia di Avellino rifiuti provenienti da altre province, così come è successo per troppi anni con Difesa Grande. Lascia perplessi inoltre la scelta di Savignano Irpino, dato che in provincia di Avellino esistono siti che, da rilievi geologici effettuati, appaiono molto più idonei”. Dal canto suo l’assessore provinciale all’Ambiente Bruno Fierro parla di ‘quadro a tinte fosche’ all’interno del quale “non vedo grandi novità rispetto al complesso”. Sulle dimissioni poi respinte: “misurano la difficoltà della situazione nell’individuare le strategie da seguire”. Fierro ribadisce che: “Non è tanto chi dirige la barca ma è la direzione che poi la barca assume ad avere importanza”. L’esponente della Giunta De Simone esprime il suo parere anche sul fronte della provincializzazione: “E’ in alto mare. Si parla di gestione da parte delle province ma occorre il principio dell’autosufficienza provinciale, peraltro previsto dalla Legge, ma ci vuole più potere per le Province”. Quello di Savignano infine: “Un problema che spetta a chi deve decidere. Se non c’è determinazione da parte del Commissariato noi come provincia non abbiamo i titoli e la voglia di ripetere un’esperienza così traumatica. Non è la Provincia che decide”. L’unica speranza per Fierro: “Che cominci a chiudersi il ciclo con Acerra”. (di Tiziano Tedeschi)
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