Rifiuti: a San Mango sul Calore un nuovo impianto di compostaggio

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Nove impianti di compostaggio in tutta la Campania: è la decisione presa ieri mattina tra le aule del suo ufficio partenopeo dal commissario straordinario Corrado Catenacci che ha firmato l’ordinanza che programma gli interventi finalizzati alla loro realizzazione. I finanziamenti riguardano anche l’Irpinia: ad ospitare il nuovo sito di compostaggio sarà il comune di San Mango sul Calore che andrà ad aggiungersi a quello già presente e funzionante nel comune di Teora. Insieme all’Irpinia anche Rofrano ed Eboli in provincia di Salerno, Ponte per il beneventano, Gioia Sannitica in provincia di Caserta, Quarto e Nola per il napoletano. Altri due nella città partenopea, uno a Napoli Est e uno a Napoli Ovest. Questi impianti andranno ad aggiungersi ai 3 siti già in funzione ed entreranno in esercizio nei prossimi giorni. E secondo il sub commissario Ciro Turiello la realizzazione di tutti questi impianti porterà entro 2 anni la capacità ricettiva della frazione organica da raccolta differenziata a circa 250 mila tonnellate annue e consentirà alla Regione Campania di compiere un importante passo verso la realizzazione del ciclo integrato dei rifiuti. Una decisione maturata dopo l’ultimatum posto da Catenacci, la scorsa settimana, ai presidenti delle Province campane: se entro il 30 luglio non fosse stato presentato un piano di provincializzazione dei rifiuti, allora lo stesso commissario avrebbe provveduto a prendere le opportune decisioni. Una presa di posizione le cui conseguenze non si sono certo fatte attendere. Ad ultimatum scaduto immediata la notizia del nuovo impianto di compostaggio irpino. Intanto resta il giallo relativo al piano di provincializzazione avellinese. Mentre, infatti, da un lato Catenacci lancia il suo ultimatum, dall’altro la Provincia sembra non avere i poteri necessari per agire. Secondo l’assessore Bruno Fierro, infatti, l’Ente non avrebbe potuto in alcun modo impegnarsi a presentare il tanto discusso progetto. “Il piano che stiamo costruendo – spiega – nasce nell’assenza di un quadro normativo che conferisca il necessario potere alle Province. La Regione, per quanto riguarda la materia rifiuti, è commissariata ed i poteri di decentramento della legge 22 sono, in queste circostanze, inesistenti”. Ma lo sforzo è comunque evidente: dalle aule di Palazzo Caracciolo si tenta infatti di unificare un sistema diviso in due Consorzi con grande dispendio di energie e risorse. Anche se i risultati al momento appaiono ridotti rispetto all’impegno e all’utilizzo di mezzi. Dunque, l’unico modo per scongiurare un pericolo divenuto ormai quasi certezza è quello di spingere la Regione ad una modifica del disegno di legge sui rifiuti affinché le Province possano rivestire un ruolo maggiore ed essere dotate di più poteri.

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