SOLOFRA – La Procura di Avellino ha chiesto il rinvio a giudizio per ventiquattro indagini coinvolti in un giro di riciclaggio di somme per milioni di euro create grazie ad operazioni inesistenti. Un’indagine che ha portato a due misure cautelari e ventiquattro indagati. Quelli per cui il pm della Procura di Avellino Luigi Iglio ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio. Quella che sara’ discussa il prossimo 13 gennaio davanti al Gup del Tribunale di Avellino Mauro Tringali. Il meccanismo era stato ricostruito dalle indagini dei militari delle Fiamme Gialle della Tenenza di Solofra.
IL SISTEMA
Un’impresa capofila, quella che raccoglieva e generava i crediti nel Lazio, tre imprese “ponte” o “buffer” (cuscinetto) , che facevano da tramite tra la “capofila” e le “cartiere”, queste ultime, una vera “galassia” almeno diciassette, tutte intestate a soggetti “prestanome” scelti tra giovani che non avevano né sedi e neppure personale, oltre ovviamente a non risultare da nessuna dichiarazione al Fisco. Le accuse a vario titolo vanno dall’ associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio e all’autoriciclaggio, fino all’uso e all’emissione di fatture false. In tre anni la Guardia di Finanza di Avellino, nello specifico i militari della Tenenza di Solofra e due Procure, quella di Avellino e quella di Salerno, erano riuscite a chiudere il cerchio su un sistema di riciclaggio milionario, che aveva al centro proprio la cittadina conciaria. Da Roma partivano le fatture emesse ovviamente per operazioni inesistenti, quelle destinate alle tre imprese “cuscinetto” che poi le smistavano alle altre imprese cui rilasciavano fatture. I proventi monetizzati grazie a vaglia postali, un fiume di operazioni, agevolate anche dalla complicità di un dipendente delle Poste del salernitano, che e’ stato attinto da una misura interdittiva. Poste Italiane però sono state decisive per scoprire il meccanismo dei “vaglia” monetizzati e riconsegnati tramite l’impresa cuscinetto alla “capofila”. Ai titolari delle imprese create in poco tempo e senza alcuna attività, invece, andavano poche centinaia di euro. Proprio davanti alle Poste di Aiello del Sabato era iniziato tutto, il 7 settembre del 2021, quando erano stati bloccati alcuni “prestanome” che si recavano ad incassare i “vaglia postali”. Poste Italiane aveva già fatto segnalazione dei soggetti all’Antiriciclaggio. Arriva la prima misura cautelare, sono tutti soggetti della rete creata per il riciclaggio. Dagli sviluppi della prima indagine, siamo nel giugno del 2023, scattano gli accertamenti per ricostruire la filiera del riciclaggio. Le indagini della Procura di Avellino sono coordinate dal pm Enzo Russo, poi a chiudere il cerchio ci ha pensato il sostituto procuratore Luigi Iglio, che ha chiesto ed ottenuto le misure cautelari ed interdittive. Il Gip Giulio Argenio aveva firmato sette misure cautelari, due ai domiciliari e sette interdittive (la Procura aveva chiesto otto misure cautelari: tre in carcere, tre ai domiciliari, due interdittive). Per uno degli indagati la misura e’ stata rigettata. Tutti gli indagati erano stati oggetto di interrogatorio preventivo. Perquisizioni, intercettazioni, riscontri investigativi e le tracce seguite dai militari delle Fiamme Gialle fino nel Lazio e in Toscana, dove nel frattempo era stata spostata una delle sedi delle società “buffer” (cuscinetto), in una sede dove spesso c’ erano altre attivita’ . I militari delle Fiamme Gialle avevano individuato in un quarantacinquenne di Solofra, L.G, colui che viene definito il “dominus” e l” “anello di congiunzione” tra le aziende cuscinetto e la società principale che forniva i capitali immessi nel circuito del riciclaggio solofrano. Si tratta di soggetto che corrispondeva un regolare stipendio ai prestanome e aveva il controllo totale delle ditte, insieme ad un altro soggetto a lui legato, originario del serinese. La vera e propria associazione per il riciclaggio, che si basa sostanzialmente aveva meccanismi simili alle frodi carosello. Le societa’ emettono e ricevono documenti per operazioni inesistenti a fronte dei quali eseguono i pagamenti. La documentazione fiscale prodotta tra le varie società costituisce la formale giustificazione delle corpose movimentazioni finanziarie per dissimulare la provenienza dei capitali impiegati, frutto principalmente di frode fiscale comunque di altre attività delittuose. Il collegio difensivo e’ composto dagli avvocati Gaetano Aufiero, Mimmo Iommazzo, Massimiliano Russo, Vincenzo Iasuozzi, Valentina Musto, Rosaria Vietri, Ennio Napolillo, Stefano Vozella, Roberto Flammia, Raffaele Tecce, Giuseppe De Stefano, Maddalena Corbisiero, Pasqualino Flammia, Carmela Giaquinto, Viviano Nobile.

