QUINDICI – Nel centro storico di Quindici è come se il tempo si fosse fermato. Anzi per molti versi anche aggravato, pensando alle condizioni del Palazzo Municipale, quello dove crescono gli arbusti dalle mura della facciata. Tutto sembra fermo a quei giorni del maggio 1998, quando i segni di una lingua nera di fango e detriti di ogni genere, anche massi di diversi quintali, sventratrono le abitazioni di Via Casamanzi e di una striscia tra Piazza Municipio, Via Roma fino a Piazza San Sebastiano. La valanga di milioni di metri cubi di fango inghiottì completamente un quartiere come quello di Via Fontana, cancellando storie e vite. Oggi, dove non si è abbattuto, restano i segni di quella tragedia. E la lenta agonia del centro storico di Quindici è stata certificata anche dalla richiesta, una petizione con trecento firme, presentata dal parroco Don Vito Cucca alla commissione straordinaria.
Redazione Irpinia
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