QUINDICI- “Quindici e’ fermo da venti anni, ci sono solo macerie e stavolta tocca a noi giovani ricostruirlo dalle fondamenta. Per questo mi candidero’ alle prossime comunali alla guida di una lista che è già pronta e sarà composta da giovani che amano il loro paese”. Alessandro Siniscalchi rompe gli indugi e annuncia ufficialmente la sua candidatura a sindaco di Quindici. Avvocato, 43 anni, sposato con due figli, mai impegnato in politica. Anche se a casa sua la politica è stata sempre una tradizione. Siniscalchi e’ figlio di Antonio, ex sindaco eroe della frana del 98 ed insignito della medaglia al valore civile, poi coinvolto in una inchiesta sulla gestione post frana. Da quel momento ha lasciato la politica attiva.
Avvocato Siniscalchi, capira’ che la prima cosa a cui si farà riferimento è che si candida il figlio dell’ex sindaco coinvolto in un’inchiesta della Dda. Penso che si aspetti anche questo tema e questa obiezione. A chi teme da questo punto di vista cosa risponde?
Guardi, questa domanda può avere una risposta da figlio e una da cittadino.
Cominciamo da figlio, allora….
“Da figlio, avendo vissuto direttamente quell’ esperienza, ad oggi mio padre ha settanta anni e non ha mai subito altri procedimenti se non quella per le vicende note. Da figlio potrei dire che ho vissuto come un’ingiustizia tutta quella vicenda, che mio padre e’ stata la persona giusta al momento sbagliato. Ancora oggi sono tanti anche a livello istituzionale continuano ad avere una buona considerazione di Antonio Siniscalchi, un nome spendibile perché tutti sanno chi era e chi è. Se dovessi rinascere vorrei rinascere figlio di Antonio Siniscalchi e Margherita Selvestrini. Per me non è un dato di partenza negativo, ma positivo”.
E da cittadino invece, cosa risponde?
“Che Antonio Siniscalchi ha pagato il suo debito con la Giustizia, che il candidato sono io e non penso che si possano tramandare le condanne, che da avvocato rispetto ma ricordo che la responsabilita’ penale e’ personale. Contestare al sottoscritto un fatto di 23 anni fa, mi sembra davvero anacronistico. A questo punto io mi metto a disposizione del prefetto di Avellino perché le mia intenzione è quello di candidarmi alle prossime elezioni e io sono pronto, ho già la squadra pronta per affrontare questa competizione elettorale che avverrà la primavera dell’anno prossimo. La nostra speranza che possiamo segnare anche la primavera per questo paese. Se vuole il Perfetto, sono libero, può convocarmi quando vuole. Ad oggi la mia candidatura e’ garantita dalla costituzione e dal fatto che il sottoscritto non ha mai riportato una condanna e ha un casellario giudiziale nullo. Svolgo la professione di avvocato e ho un carico pendente nullo. Ad oggi siamo un bel gruppo, quello che mi onoro di rappresentare e anche qui se permette devo dire una cosa chiara”.
Prego, la dica ….
“Non farò i nomi del gruppo che mi affiancherà in questa esperienza, per una scelta politica. Sono tutte persone che hanno una professione ed un lavoro, imprenditori che non hanno mai avuto avuto problemi. Ma mi preme dire una cosa chiara. Qui si parla di chiacchiere da bar e allusioni su vincoli parentali o altro. I giovani della nostra lista sono persone al di sopra di qualsiasi illazione. Metto la faccia e una mano sul fuoco per loro. Ma e’ ipocrita riferirsi ai vincoli parentali. Siamo un comune piccolo, dove tutti hanno dei vincoli parentali. La differenza la fanno la storia e il presente delle persone. Vogliamo farne un pregiudizio. La realtà è che siamo tutte persone di Quindici che vogliono bene a questo paese. Questa mi sembra l’unica caratteristica che dobbiamo mettere in campo”.
A proposito di questo, ha fatto spesso fatto riferimento ad un sindaco che viva Quindici, la ritiene sempre una condizione prevalente, sarà anche elemento della sua lista?
“Sì, la mia idea è sempre quella. Chi si candida a Quindici, ovviamente non è che deve essere un obbligo, ma almeno una prerogativa che debba essere un residente di Quindici. Lo ricordo, avendo vissuto proprio sulla mia pelle questa condizione. Visto che stavo comprando una casa a Lauro. Alcuni amici mi dissero: che fai, ti candidi a sindaco e fai come qualche ex sindaco? Te ne vai a vivere a Lauro?. Ho fatto una scelta, anche contro il volere di mia mamma e di mia moglie, quella di comprare una casa a Quindici anziché a Lauro. Tutti mi dicevano che il valore reale, se spendi i soldi a Lauro non perdi nulla, quindi io ho sempre risposto che per me il valore più importante è quello affettivo. Noi siamo figli di Quindici. Chi è nato a Quindici vuole morire qui. Per me i soldi spesi a Quindici sono soldi ben spesi. Mentre per tutte queste persone che vanno via e contribuiscono a pagare le tasse nei paesi vicini, li invito, se vogliono avere una vita politica a Quindici ci devono tornare. Perche’ il paese è aperto a tutti. Un consiglio che gli voglio dare, considerato che la maggior parte si parla di residenti a Lauro. Chiederei in gestione al sindaco attuale di Lauro, visto che oggi è stato ristrutturato, il vecchio edificio del Comune e che non c’e’ nulla all’interno, di trasferirci anche il Comune di Quindici all’interno, così hanno anche il comune a Lauro”.
Anche se e’ presto per parlare di programmi, da cosa partire?
“Quindici riparte da zero, dalle fondamenta. Perche’ nulla e’ stato fatto per il paese in questi anni. Siamo alla frutta, ed è sotto agli occhi di tutti. Noi abbiamo la voglia e il coraggio di cambiare le cose, perché amiamo Quindici. Ho sentito spesso ripetere che uno dei mali che ha ucciso il nostro paese è stato il via libera al fuori sito dopo la frana del 98. Anche qui ci sono delle precise responsabilità che sono documentate e che se qualcuno continuerà ad addebitare ad altri sarà smentito carte alla mano al momento opportuno. Noi vogliamo parlare di futuro, perché il passato non ci appartiene. Se non per fare tesoro delle cose che non dovranno più succedere”. Aerre
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