Querelle Patrimonio, Beppe Sarno: “Fierro o ignora le norme o mente”

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Avellino – “Il Presidente dell’Alto Calore Patrimonio non dice la verità rispetto alle contestazioni che da più parti gli vengono mosse sulla inutilità di un Ente nato sulla scia di una sciagurata corrente di pensiero che riteneva la privatizzazione uno strumento per rendere più funzionali i servizi erogati alla collettività”. A riferirlo è Beppe Sarno, esponente de ‘La sinistra che unisce’, entrando così nel merito della querelle della Patrimonio che negli ultimi giorni ha visto il duro scambio di battute tra il presidente dell’Acp, Lucio Fierro, e Claudio Rossano di Merito è Libertà.

Secondo Sarno, che riporta una nota regionale del 9 aprile 2003, “… le Regioni proprietarie delle reti avrebbero potuto trasferire solo la gestione delle risorse idriche e non la proprietà dei beni. La società Alto Calore Patrimonio – continua – non è proprietaria di nulla se non del Palazzo a corso Europa, storica sede del Consorzio. Ciò è tanto più vero se si considera che la stessa società Patrimonio nel costituirsi in un giudizio civile innanzi al Tribunale di Avellino istaurato da un privato che la riteneva proprietaria delle reti idriche, chiedendo di essere estromessa dal giudizio ha testualmente dichiarato di non essere ‘… proprietaria né di reti, né di impianti, ma solo di poche opere civili’”.

Ma l’esponente de La Sinistra che unisce aggiunge: “Certo è che la società Patrimonio non può candidarsi alla gestione delle reti per un dirimente impedimento legislativo, in quanto l’art. 153 comma I del D. Lgs. 152/2006 stabilisce che ‘le infrastrutture idriche di proprietà degli enti locali ai sensi dell’art. 143 sono affidate in concessione d’uso gratuito, per tutta la durata della gestione, al gestore del servizio idrico integrato’. Ciò significa – continua – come ha chiarito il Comitato per la vigilanza sull’Uso delle Risorse Idriche in una nota del 2006, che non risulta consentita la separazione dell’attività di gestione delle reti e degli impianti da quella di erogazione del servizio: sarebbe a dire che l’unico ente che può gestire le reti idriche è la società Alto Calore Servizi”.

La considerazione che appare spontanea è che il Presidente Fierro o ignora le norme che dovrebbero regolare il funzionamento dell’ente che presiede oppure mente. In conclusione sono giustificati e condivisibili gli allarmi lanciati dal presidente Maselli sullo stato economico dell’ente Alto Calore Servizi determinato da una serie di cause facilmente verificabili. D’altra parte risulta sempre più indifendibile la posizione di chi vorrebbe tenere in vita un ente che in 7 anni ha prodotto un danno all’Alto Calore Servizi un inutile e gravissimo danno di circa 7 milioni di euro”.

E’ arrivato il momento – conclude Sarno – di prendere atto che l’AC Patrimonio, definita dal suo presidente ‘luogo di posteggio delle proprietà dell’ente’, è una società inutile e dannosa e in quanto tale da sciogliere al più presto. Sarebbe molto responsabile da parte di Fierro scongelare le proprie dimissioni in modo da consentire un dibattito per la salvaguardia di un ente che eroga acqua a ben 3 regioni e che non merita di essere trascinato in un gorgo senza fine per l’ignavia di chi ne ha fatto nel tempo solo uno strumento per le proprie ambizioni personali”.

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