Quando chiunque faccia fallo, si fischia il calcio di rigore contro la stampa

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di Attilio Ronga – Avrei potuto evitare queste poche righe anche perché sulla vicenda della presunta fuga di notizie sul caso dell’ex sindaco Festa si è magistralmente espresso Federico Festa, anzi pur andando contro quelli che nel nostro settore sono spesso interessi di parte vi invito caldamente a leggerlo. Nelle ultime ore però un contributo a questa discussione bisogna darlo, anche per chiarezza verso la comunità e i lettori. Riguardando tutto il film (un dejavu’ per la verità, ricordo ad onore di cronaca quanto avvenuto all’epoca delle indagini su Aste Ok) mi viene in mente un’analogia con quello che in una gara di calcio, a prescindere da chi abbia compiuto il fallo e soprattutto se ci fosse o meno il cosidetto penalty, si assegni un rigore contro una squadra. Un rigore a prescindere. Un po quello che sta succedendo in queste ore, con il caso “fuga di notizie” sull’inchiesta che coinvolge l’ex sindaco di Avellino. Giova fare una premessa: i destinatari delle denunce della Camera Penale non hanno bisogno di difensori, figuratevi anche uno scarso come lo scrivente, però è necessario puntualizzare alcune cose. Pratiche e sintetiche. La prima. Davvero si può pensare, come è stato pure ventilato in questi giorni dagli avvocati della Camera Penale di Avellino, la decisione dell’ex sindaco Gianluca Festa sia stata determinata dalla lettura di una ipotetica richiesta pendente di misura cautelare e non piuttosto dalla lettura degli atti messi a disposizione della difesa in vista della imminente discussione al Tribunale del Riesame per le misure reali? Anche questa ipotetica fuga di notizie, questo annuncio della pendenza di una misura cautelare, non sembra piuttosto come pure è stato detto la deduzione di un cronista rispetto alle gravi accuse contestate sia pure provvisoriamente all’ex sindaco (che ripeteremo fino alla fine, va ritenuto innocente fino a prova contraria)? Per caso dovremmo credere che nel ventaglio di ipotesi la difesa di Festa, rappresentata da uno dei penalisti più bravi di questa provincia, l’avvocato Luigi Petrillo (lo scrivo e lo penso sinceramente) non abbia valutato questa opzione già prima del famoso 25 marzo? La domanda è ovviamente retorica. Infine l’argomento case e filmati. Se non ci fosse stato spiegato a chi appartenesse l’immobile ripreso nel video, non penso l’avremmo mai saputo. Dalle mie parti si dice che quando uno vuole mirare alla chiesa spara al campanile, in dialetto fa più effetto. Ma il senso di tutta questa vicenda sembra proprio attagliarsi perfettamente a quanto sta accadendo. Del resto, conoscendo bene la preparazione dei nostri penalisti, avranno cognizione dell’articolo 114 del codice di procedura penale, in cui si fa riferimento alle misura cautelari, unica eccezione per la pubblicazione di atti non più coperti da segreto. Per questo dovrebbero anche riqualificare la loro denuncia, al massimo come una ricettazione.