Procura di Avellino: “Ecco perché quelle barriere così non vanno dissequestrate”

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Il Gip del Tribunale di Avellino, Fabrizio Ciccone, ha rigettato la richiesta di dissequestro temporaneo delle barriere poste lungo i 12 viadotti dell’A16 Napoli-Canosa, tra le uscite di Baiano e Benevento. Istanza avanzata dai legati di Autostrade per l’Italia, la società concessionaria della rete autostradale nel nostro Paese.

Per il Gip, seguendo il parere della Procura della Repubblica di Avellino, titolare di ben due inchieste sulla sicurezza autostradale, non basterebbe un’arbitraria manomissione delle barriere, bensì una vera e propria opera di sostituzione e riqualifica.

Determinante, per la decisione del giudice, il parere dei Pubblici Ministeri, il Procuratore Rosario Cantelmo e il sostituto Cecilia Annecchini, titolari delle indagini. I due inquirenti hanno ascoltato, tra gli altri, il geometra Enrico Valeri, Responsabile Direzione e Gestione Reti Autostrade per l’Italia, il quale ha riferito di un piano di ammodernamento e riqualifica (tra l’altro dal costo complessivo di oltre un miliardo di euro) delle barriere autostradali.

Piano inviato al Mit, ma che per l’Ufficio Ispettivo Territoriale di Roma non risulta conforme ai criteri di priorità, in particolare non si condivide come mai Aspi stia attuando delle prove in maniera unilaterale, senza la condivisione dello stesso U.I.T. e con l’università di Bari.

Autostrade starebbe insistendo sul tastare l’efficacia dei propri sistemi di ancoraggio delle barriere. Sistemi già ritenuti non equivalenti dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. “Non si capisce – scandisce il C.S.LL.PP. – la finalità dell’iniziativa intrapresa da Aspi, visto che le barriere devono essere sostituite. Al contrario sembrerebbe che un tale dispendio di energie sia finalizzato a minimizzare il parere del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con l’obiettivo di ritenere accettabili i sistemi di ritenuta manomessi”.

La strada per ottenere il dissequestro, prima temporaneo e poi definitivo, è una sola: sostituire e riqualificare i sistemi di ritenuta e non l’arbitraria manomissione. E i tempi potrebbero essere abbreviati, in quanto l’U.I.T. ha chiesto all’Anac procedure più snelle per l’esecuzione delle progettazioni.