Prosegue il processo “Aste ok” che vedeva imputata, tra gli altri, Annarita De Vito quale “mandante e diretta beneficiaria” di una turbativa d’asta perpetrata, stando all’accusa, nell’ambito della organizzazione di stampo mafioso denominata “Nuovo Clan Partenio”.
Oggi presso l’aula bunker del carcere di Poggioreale, il Collegio A della Sezione Penale del Tribunale di Avellino, presieduto dal dott. R. Melone, ha accolto, in via preliminare, unicamente per la posizione della De Vito, una questione di nullità, sollevata dalla difesa, di tutti gli atti compiuti, a far data dalla richiesta di fissazione dell’udienza preliminare, stralciando la posizione della stessa e restituendo gli atti al Pubblico Ministero.
Lo fa sapere, in una nota, la difesa della De Vito, composta dagli avvocati Enrico Matarazzo e Antonio Ruggiero, che sin dall’inizio aveva fornito agli organi inquirenti rilevanti elementi comprovanti la totale estraneità della propria assistita, rispetto alla predetta partecipazione alla associazione mafiosa e, comunque, ad ogni ipotesi accusatoria al vaglio.
La completa indifferenza di Annarita De Vito, sia rispetto ai fatti di imputazione sia ai protagonisti della vicenda, Livia Forte, Armando Aprile e Manlio Di Benedetto, emergeva, infatti, dalle stesse intercettazioni acquisite al fascicolo del Pubblico Ministero, nonché dalla documentazione depositata agli atti dalla difesa.