Politica e religione: la lezione di Monsignor Nunnari e Casini

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Avellino – L’identità e il suo recupero. L’identità dalla quale partire per restituire senso alla politica. Per non allontanare le radici della propria appartenenza. Per non cadere mai nella trappola delle sabbie mobili dalle quali diffidare. L’identità, un valore dal quale partire per dare vita alla politica. “Che rischia di morire”. Per creare eserciti e far nascere generali. Per dire sì alla politica che è progetto. Per sottolineare il proprio no: al bipolarismo ottuso. Per dire sempre sì: al criterio di responsabilità che qualcuno sembra abbia perso. Nel mirino Bassolino, Galasso, De Mita. Per aprire le porte “alle persone pulite, coscienze libere e forti”. Per chiuderle a chi non fa ‘politica’. Concetti forti che restano impressi nella gremita sala dell’hotel De La Ville di Avellino. Al tavolo: Monsignor Salvatore Nunnari e l’Udc con Pierferdinando Casini, Francesco Pionati, Erminia Mazzoni, Angelo D’Amelio. Per la prima volta la chiesa e la politica sembrano parlare lo stesso linguaggio. Frasi che non lasciano indifferenti. Interventi che mettono il dito nella piaga ma che lasciano margini alla speranza: la politica può rinascere a patto che… “La politica – comincia l’on. Erminia Mazzoni – deve essere garante del mantenimento dell’identità. Identità traccia di cui si fornisce la politica. La politica che deve riempirla di contenuti. Se non riusciamo ad avere un’identità non potremo andare oltre quel livello basso nel quale ci troviamo. Al di là del qualunquismo che appartiene ad altri, noi stiamo cercando di dare dignità alla politica. A quest’Irpinia fatta di molti maestri ma di pochi discepoli. Purtroppo questa è la condizione della politica oggi. Siamo tutti generali e non abbiamo eserciti. Noi siamo un partito con la propria identità. Dimostriamo di essere esercito che fa nascere generali”. Un partito, continua il sen. Francesco Pionati, che ha “punti cardini: il senso delle istituzioni, della famiglia…Abbiamo la visione di una società basata sui valori. Quanto mai importanti in questo periodo. Prima si ragionava di aggiustamenti. Oggi invece siamo arrivati in un punto in cui andiamo a disgregare la famiglia. L’attenzione del cristianesimo, della famiglia, è necessaria. Questa è la forza della nostra proposta. Noi abbiamo costruito. Anche le insinuazioni sul nostro progetto cadono come neve al sole quando diciamo che il nostro sistema si basa sull’identità. Le coalizioni sono fatte in base al consenso. Il bipolarismo italiano è un bipolarismo ottuso. Nemmeno la creazione del terzo polo ci deve ossessionare. Il bipolarismo deve essere altro. Risposta ai bisogni. Abbiamo dei cattivi maestri che hanno rinnegato quello che hanno insegnato ai giovani. Ci hanno detto che la politica è, o non è, progetto. C’è una politica che non si è dato un progetto. Una politica che è occupazione di potere, squallido accordo di potere tra Margherita e Ds. Il bipolarismo si deve ristrutturare. E invece si passa da un contenitore all’altro. C’è l’impazzimento totale. Non ci si pone più il problema di cosa si voglia fare. Ma c’è la conquista del potere”. E facendo riferimento all’esempio ‘riuscito’ del governo tedesco, “in Italia si fa l’alleanza anche con il diavolo pur di arrivare al potere e pur sapendo di non poter governare. Siamo l’unico territorio dove non si è costruito l’inceneritore. La sinistra si riempie la bocca dicendo: ‘noi stiamo contro la mafia’. E poi è l’alleato indiretto delle mafie. Il criterio è la responsabilità. E invece c’è chi non c’entra sulla questione rifiuti, il sindaco di Avellino che non c’entra sulla questione lavori al corso etc. etc., De Mita che non sa niente delle fabbriche che chiudono… Ma se viene meno il criterio della responsabilità ci troveremo a fare i conti con il degrado. Diventeremo il terzo mondo d’Italia e il quarto d’Europa. Noi abbiamo identificato il criterio di correzione del bipolarismo e delle cose che non funzionano. E lo dobbiamo fare portando avanti l’identità. Se passa il progetto di Casini, gli Italiani usciranno dalla narcosi. Cominceranno a dire: il re è nudo. E’ solo così che si riuscirà a venir fuori da questa condizione di decadenza”. Dichiarazioni che rimbombano nella sala gremita dell’hotel de La Ville e che conquistano iscritti, simpatizzanti, curiosi. Un intervento al quale segue l’insegnamento di vita. E’ la lezione che impartisce Monsignor Nunnari che dopo essere partito da lontano e avere sottolineato come la Chiesa si ispiri ai principi del Vangelo, porta all’attenzione dell’opinione pubblica il suo messaggio fornendo esempi concreti. ‘Non chiacchiere’. “Come uomo di strada vedo che nella nostra Irpinia, tante cose devono cambiare. Sono qui come uomo di Chiesa, per parlare del fine del nostro percorso. Ritorno in questa terra dopo sei anni e so di averla amata e di essere stato amato. Ho avuto modo di conoscere e apprezzare virtù. Ho trascorso molte ore con i giovani. Ho dovuto conoscere il disinteresse dei giovani alla politica. Solo il 6% ne parla in famiglia… Si è parlato di mettere al centro l’uomo… Un cristiano che non vive la politica con passione è un laico in condizione di peccato grave. La politica è cornice del momento di evangelizzazione. Gli uomini sono consapevoli di non essere in grado di corrispondere alle esigenze umane. La comunità politica esiste nel bene comune”. E.. dunque “nella necessità di valorizzare i corpi intermedi anche in vista della limitazione del potere. L’impegno politico è per la città. La carità in politica non si esercita solo nei luoghi nella politica. La carità alta è l’impegno politico. Che si esercita nella cura della città, nell’impegno sociale, nei legami solidali… Credo che uomini politici come Casini che vengono da una tradizione associativa abbiano trovato lì lo spazio più fecondo. Non è permessa la diaspora dei cattolici. Qualche volta ti trovi con cattolici che hanno timidezza ad esprimersi. Quanti, attraverso il volontariato hanno espresso la presenza positiva ma non hanno trovato spazio nei partiti. Giovani che potevano dare senso ai cristiani. Hanno trovato borse da portare ma non l’idea. Rifiutate fino al sacrificio estremo di essere portatori di borse. Il sociale può essere luogo privilegiato per costruire luoghi privilegiati della politica. Bisogna ridare animo alla politica formando coscienze aperte all’amore e all’uomo. Facciamo entrare in politica le persone pulite, coscienze libere e forti. Libere da ogni appartenenza a chi esercita il potere nel suo esercizio, libere dalle promesse dell’opportunismo, che fa diventare clienti annullando l’opportunità. La verità ha un prezzo anche alto ma alla fine bisogna conquistare la verità. La verità: sinfonia della vita. La verità è sinfonica se sa porsi alla ricerca appassionata della verità. Anch’io ho bisogno di cercare la verità. Anch’io ho commesso errori. E’ un valore grande avere uno spirito libero. L’uomo libero non si gratifica nella gratuità del servizio. La gente non deve chiedere più favori quando ha diritti da ricevere. Ha bisogno di uomini laboriosi. L’arroganza può anche avere momenti di vittoria ma l’arroganza non paga mai. L’azione di noi cristiani (soprattutto giovani impegnati nella politica) deve ricercare dentro la società i valori, introducendo il relativismo cristiano che presuppone il concetto di dono e non di consumo. Un relativismo fatto di settori significativi della società e della cultura. Anche questa terra irpina conosce la reale situazione della droga”. Fa un passo indietro in un passato neanche troppo lontano. “Non avevamo soldi, io ho aperto la casa ai ragazzi della droga. A me hanno sequestrato i mobili ma io consegnai la casa”. Un esempio per dire e ribadire: “Noi siamo chiamati a consegnare i fatti, i messaggi della speranza cristiana attraverso l’ascolto, l’attenzione, il dialogo…” E poi: “Anche l’irpino vuole essere parlato”.Vuole essere ascoltato ma è necessario stare in mezzo alla gente. “Sono qui ascoltando proteste, sono qui stando in mezzo alla gente”. Considerazioni, moniti, richiami a recuperare il senso della vita, il senso della ‘missione’ politica. Una politica della quale si sente “la mancanza”. La politica che “rischia di morire. Stasera c’è stata restituita la politica”. E’ l’on. Pierferdinando Casini ancora una volta a tenere desta l’attenzione rispetto ad un convegno che ha visto interventi degni di nota. Interventi che non hanno tralasciato nemmeno per un istante il ritorno alle radici, alla conquista e alla tutela della identità. “Diffidate – continua l’ex Presidente della Camera Casini – dagli uomini politici che dimenticano le proprie radici. Diffidate da chi vuole costruire sulle sabbie mobili. Noi dobbiamo coltivare l’orgoglio della nostra appartenenza. Dobbiamo coltivare noi stessi. Dagli interventi (Mazzoni, Pionati) la classe dirigente emerge. La critica al bipolarismo che annulla la salvaguardia delle scelte”. E ancora… un interrogativo che apre alla riflessione: “Perché i giovani dovrebbero interessarsi alla politica dove c’è una deresponsabilizzazione profonda, rivendicazionismo dei diritti… Perché mai la politica dovrebbe avvicinare i giovani? La politica che si affeziona alle poltrone. Ma quale politica? Noi possiamo anche assecondare le suggestioni (riforma elettorale) se la gente vuole assecondare le finzioni e i finti partiti. Non dobbiamo avere vergogna di dire che noi stiamo in politica per difendere l’identità cristiana del nostro Paese. Noi siamo in una realtà multiculturale e multirazziale e lo saremo sempre di più. A meno che non vogliamo fare i demagoghi da strapazzo, dobbiamo confrontarci con questa realtà. Non vogliamo i problemi ma vogliamo i vantaggi? I conti della previdenza non sarebbero in equilibrio se non ci fossero gli extracomunitari. Dobbiamo abituarci a vivere con la diversità. Non demonizzare la diversità. Significa dialogare con i diversi da noi, Ma se non sappiamo chi siamo, se abbiamo le idee confuse sulla meta… Nessun dialogo ci può essere se non abbiamo l’identità. Difendere l’identità cristiana del nostro Paese non significa ostentare una religione. E’ un dovere civile. Significa difendere le nostre radici. Significa difendere la nostra tradizione. Difendere quello che di migliore ci hanno trasmesso i nostri genitori…Dobbiamo avere l’idea chiara: la laicità è un valore se si posa sul concetto di libertà. La libertà deve avere valori per tutti a partire dagli uomini di Chiesa. Noi non possiamo pensare che lo Stato laico sia lo Stato che nega di dire le proprie idee. Chi viene in Italia, viene in un Paese e si deve vincolare ad accettare regole, principi e Costituzione. Il grande errore culturale della nostra sinistra: usano la legge di cittadinanza come strumento dell’integrazione ma invece deve essere il risultato dell’accettazione fino in fondo dell’italianità. La cittadinanza deve essere non usata per l’integrazione. Ma per chi è serio, meritevole, chi coltiva l’amore per l’Italia. Sono queste le caratteristiche che vanno messe al centro. Io voglio lo Stato laico non laicista. La differenza è che lo Stato laico rispetta la religione che ognuno ha. Difendiamo questi principi e questi valori. E’ questo l’elemento distintivo”. Una disamina in crescendo. Non passa in secondo ordine la questione fecondazione assistita: “Abbiamo difeso la legge della fecondazione per evitare che ci fosse il far west. Il problema è il neonato fai da te. Su questo si richiede sensibilità. Auspico che la stessa maggioranza che si è creata per difendere la legge sulla fecondazione assistita, si crei per un’altra cosa: la famiglia. Perché in Italia non c’è un’emergenza Pacs ma un’emergenza famiglia. La famiglia è sola e impotente”. Un richiamo per dire: “O la politica torna ad occuparsi di questi problemi oppure non c’è dubbio che saremo sempre più incapaci di parlare ai giovani. Ciascuno di noi non ha nulla da eccepire rispetto agli omosessuali ma si deve evitare l’equipollenza con la famiglia”. Monsignor Nunnari, Casini, Pionati, Mazzoni, politica e religione insieme per gridare: recuperiamo ‘l’identità cristiana in politica’. (Di Teresa Lombardo)

Angelo D’Amelio: “Ci siamo contrapposti ad una provincia fatta di consulenze, prebende varie e clientelismo. A questo noi abbiamo contrapposto la nostra bandiera”.
Gennaro Romei: “Siamo qui stasera per dare la spallata decisiva alla corruttela di questa provincia L’Udc è il grande partito dei moderati”.

In sala tra gli altri: il sen. Salzano, Franco e Giovanni D’Ercole, Domenico Gambacorta, Luigi Parziale, De Mizio, Lucido, Scoppettuolo, Alfano e tra tanti iscritti e simpatizzanti anche i genitori del senatore Francesco Pionati.

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