Petruro – Un rapporto difficile, di quelli che solo i generosi possono riuscire a recuperare per riabilitare un giovane già sfortunato per le vicende della vita. Si è concluso nel peggiore dei modi il tentativo di rieducazione di Massimo Zoina nei confronti del giovane tunisino che tutti chiamavano a Petruro con il nome di Gaspare. Massimo è stato trovato nella sua abitazione di Petruro Irpino in vico San Bartolomeo riverso in una pozza di sangue. Il 30enne operatore sociale originario di Tufo, è stato ucciso dalla mano ‘amica’ con ogni probabilità –secondo quanto ricostruito dagli investigatori- dal 16enne (a quanto pare con gravi problemi di abusi familiari alle spalle e di tossicodipendenza con precedenti penali) affidato dal Tribunale ad una casa famiglia presso cui Zoina collaborava saltuariamente. Il giovane professionista è stato ucciso da un colpo al cuore, probabilmente inflitto alle spalle con un coltello da cucina, dopo un diverbio con il ragazzo (Vedi Photogallery). Il minorenne è fuggito a bordo di una Fiat Panda gialla di proprietà di Massimo Zoina. L’auto è stata ritrovata nel Comune di Montefusco. Immediato l’intervento degli uomini della vicina stazione dei Carabinieri, allertati da alcuni vicini di casa, e dei sanitari del 118 che non hanno potuto far altro che costatarne il decesso. Sul posto anche il Comandante provinciale dei Carabinieri, il Colonnello Sottili e il Maggiore Merone insieme ai Carabinieri della Compagnia di Mirabella Eclano. Massimo Zoina era molto conosciuto in Irpinia per aver sempre operato nel sociale con disponibilità, sensibilità e professionalità, vicino ai problemi degli anziani e dei disabili. Amato dalla gente, in particolare di Tufo, Petruro, Torrioni, per la sua grande sensibilità verso gli altri. Per molto tempo ha collaborato, come animatore di comunità, anche con le Acli di Avellino, mentre dal 2001 esercitava la sua professione di operatore sociale presso il Centro Disabili del Piano di Zona Sociale di Altavilla Irpina ed era anche volontario della Misericordia. I Carabinieri, attraverso l’impiego di unità cinofile, prontamente si sono attivati sulle tracce del giovane assassino con il quale Zoina aveva creato un rapporto di grande intensità e che in passato aveva visto i due al centro di alcuni diverbi scaturiti probabilmente dall’assunzione da parte del 16enne di alcool e stupefacenti e per il suo carattere rissoso.Il giovane è stato in serata rintracciato nelle campagne di Passo Serra a circa 30 km da Petruro. Il presunto omicida, che conosce e parla l’italiano, non ha fatto dichiarazioni ai carabinieri che lo hanno arrestato. Probabile che alla base del gesto vi sarebbe un litigio. Dopo il fermo per omicidio volontario emesso dalla Procura è stato trasferito nel centro di prima accoglienza di Napoli. Una vita già difficile quella di Gaspare con un padre di origine sudamericana in carcere con l’accusa di pluriomicidio, la madre di origini tunisine anch’ella nelle patrie galere. Ancora oscuri i motivi del delitto: si presume un rapporto di grande conflittualità tra l’affidatario e il minorenne. Sul caso è stata aperta un’inchiesta affidata al Pm Giovanni Tartaglia Polcini della Procura di Benevento. Intanto il medico legale, dott. Riccio, ha effettuato in queste ore l’esame autoptico sul cadavere del 30enne che è stato trasferito all’obitorio dell’Ospedale Rummo di Benevento. L’operatore si era trasferito a Petruro nell’abitazione in cui è stato ritrovato senza vita, messa a disposizione dall’amministrazione comunale gratuitamente dopo che il Tribunale dei Minori gli aveva dato in affidamento il minorenne conosciuto in una casa famiglia di Monteforte. Una scommessa per questo adolescente, tant’è che Zoina era riuscito a trovargli anche un lavoro a Tufo presso amici: lavoro che il ragazzo, dopo circa 70 giorni, aveva lasciato perché poco avvezzo ai doveri. La piccola comunità, circa 500 abitanti, si è prontamente stretta attorno ai cinque fratelli (Renato, Sabatino, Michele, Mauro e Bruno il suo gemello) e ai suoi genitori, Emilio e Michela. Una famiglia semplice di lavoratori: il padre Emilio, ex minatore, da qualche anno aveva cominciato l’attività di agricoltore, sempre con grandi sacrifici per portare avanti la sua famiglia.
“Una persona molto attiva e attenta alle problematiche del sociale – afferma il referente PdZ del Comune di Grottolella Lino Guerriero -. Collaborava con associazioni di volontariato da molti anni e non era la prima volta che dava una mano ai ragazzi in difficoltà. Abbiamo appreso con profondo turbamento la notizia. Tutti gli operatori e i sindaci del Piano di Zona Sociale di Altavilla Irpina esprimono cordoglio e vicinanza alla famiglia Zoina”.