E’ un fiume in piena il segretario del Partito Democratico Carmine De Blasio che, all’indomani dell’Assemblea provinciale Pd caratterizzata dalla presentazione della mozione di sfiducia da parte dell’asse Festa-D’Amelio-Famiglietti-Todisco, in una lunga intervista a Irpinianews non ha risparmiato strali ed affondi in particolare nei confronti di chi faceva parte della sua maggioranza prima delle scorse elezioni regionali.
Come richiesto anche dallo stesso De Blasio, quanto prima la presidente del Pd provinciale Roberta Santaniello convocherà una nuova Assemblea in cui si voterà la sfiducia. Se dovesse andare in porto, entro due mesi, come da statuto, si andrà al congresso anticipato.
Segretario, a 24 ore dall’Assemblea provinciale si è dunque arrivati al redde rationem. Lei ha chiesto la convocazione di una nuova assemblea nel più breve tempo possibile…
“Nelle settimane scorse abbiamo fatto tutti i tentativi possibili, l’ultimo nella giornata di ieri, nella speranza che la responsabilità prevalesse nelle persone che ricoprono ruoli istituzionali, parlo del deputato Luigi Famiglietti e della presidente del Consiglio Regionale Rosetta D’Amelio, i veri mandanti di questa operazione, affinché non si portasse il partito nel disastro costringendo l’assemblea a votare una mozione di sfiducia.
In queste settimane ho fatto finta di non leggere interviste difficilmente qualificabili dal punto di vista politico, non raccogliendo le provocazioni. Persino nell’ultimo mio intervento fatto ieri in assemblea ho chiesto di evitare di condurre il partito in questa situazione a chi sta attuando una strategia della paralisi, paralisi che a chiacchiere dice di voler combattere. Ora chiedo che si vada subito in Assemblea anche prima di quanto pensa chi ha ufficializzato la sfiducia nella mattinata di ieri.”
Si spieghi.
“E’ stato specificato ieri da chi ha presentato la mozione di sfiducia che alcuni firmatari si ritrovano sul documento ma che non intendono creare una eventuale maggioranza comune. Quindi mi dovrei dimettere per le ragioni che ha elencato Todisco che sono le ragioni opposte a quelle della D’Amelio. Se dessi ragione a Todisco, darei torto alla D’Amelio. Il diavolo e l’acqua santa uniti per far cadere De Blasio.“
Della vicenda di via Tagliamento sono stati interessati da tempo anche i vertici regionali e nazionali del partito. Quale il suo punto di vista in merito?
“Sono falliti i tentativi di far ragionare chi ricopre ruoli istituzionali. Nessuno si senta autorizzato per conto del sottoscritto a verificare ipotesi di soluzioni, mediazioni, trattative. Questo è un punto che hanno deciso di segnare, bisogna andare fino in fondo come ho sempre fatto a testa alta. Mentre gli altri mi insultavano, io ho richiamato alla responsabilità: il ruolo di un segretario provinciale è questo. Chi, invece, ricopre ruoli istituzionali ha perseverato nel concedersi leggerezze politiche, a sollazzare infischiandosene del livello di spaccatura nel Pd provinciale con telefonate e incontri per raccogliere firme.
A Napoli e Roma sono consapevoli della vergogna di cui ci si sta coprendo: non c’è stata mai una sola dichiarazione di distensione di questo clima. I nostri iscritti ed i nostri sindaci non si capacitano delle ragioni di questo scontro spregiudicato. Ho fatto tutti i passaggi per creare una segreteria allargata, per ricondurre tutti al senso di responsabilità: la risposta è stata solo l’istigazione politica.”
Lo scontro tra le correnti interne al partito si è acuito, come visto, successivamente al voto delle regionali in Campania. Potesse tornare indietro, rifarebbe le stesse scelte?
“Di fatto mi ha voltato le spalle chi è stato avvantaggiato dalle elezioni regionali. Hanno ottenuto le candidature senza discutere e sono stati favoriti anche dal risultato. Se mi pento di quella scelta? Riconosco le mie responsabilità e se tornassi indietro non mi intesterei da solo la vergogna di quell’assemblea (l’Assemblea dello scorso 24 Aprile in cui si sfiorò la rissa e che ratificò i componenti della lista provinciale del Pd alle scorse Regionali, lista formata da Enzo De Luca, Rosetta D’Amelio, Beniamino Palmieri e Roberta Santaniello, ndr).
Ti giri indietro e le persone che ti sono state più vicine ti pugnalano e ti tradiscono. La colpa è mia per aver concesso loro la mia fiducia. La cosa fondamentale è che c’è un punto fermo: abbiamo certificato chi sono i soggetti che si debbono assumere la responsabilità di questa azione nel Pd. Non sono ragazzini di primo pelo. Lo si è voluto fare, si compia il tutto e si apra nuova fase.”
Sullo sfondo, le vicissitudini al Comune di Avellino…
“Tutti hanno detto che la vicenda del partito provinciale e la vicenda del Comune di Avellino erano slegate. Ebbene molti lo dicevano ipocritamente, mettendo sotto pressione Foti con il messaggio ‘… o fai quello che diciamo o la partita è chiusa’.
Si è giocato e si sta giocando col Comune di Avellino. Dopo questa mozione di sfiducia non esisteranno mercati delle vacche, né tavolini. Resto convinto che le Istituzioni siano una cosa seria, non è il campo in cui si fanno prove muscolari. Il Comune di Avellino è e resta il luogo della città di Avellino.”