Paternopoli – La delibera n. 112 del 6 maggio 2008 (Proposta di approvazione fabbisogno triennale di personale – organigramma, rideterminazione dotazione organica. Determinazioni) apre un solco nella Giunta paternese. Pd e Udc ai ferri corti a causa del voto. L’assessore del Pd, Annarita Colantuono, ha chiesto – in una missiva indirizzata al Sindaco di Paternopoli Duilio Raffaele Barbieri, alla Segretaria Comunale Anna Cella, ai rappresentanti della R.S.U. Cgil, Cisl e Uil, Quirino Di Benedetto, Gerardo Petruzzo, Raffaele Garofano, Michele Tecce, nonché al capogruppo di maggioranza e a quello di minoranza- la rettifica della sua espressione di voto riportata nella delibera di giunta. Il documento, infatti, riporterebbe l’approvazione all’unanimità di tutti gli assessori presenti mentre invece l’assessore Colantuono, in seduta di giunta, avrebbe espresso le sue riserve e ribadito il suo diniego in ordine alla proposta presentata. “Nonostante questo palese voto contrario – precisano Andrea Forgione, Delegato regionale PD e Antonio Petruzzo, PD Paternopoli -, con una forzatura al limite dell’inverosimile, la delibera è stata pubblicata all’albo pretorio con il voto favorevole dell’assessore Colantuono. Nel provvedimento deliberato, che dovrà essere sottoposto al tavolo di concertazione con i sindacati, ci sarebbero – continuano gli esponenti del Pd – elementi incongruenti che sancirebbero una sorta di declassamento per alcuni dipendenti comunali, promuovendo così un nuovo contenzioso legale tra dipendenti ed Ente Comune che andrebbe ad aggravare la già precaria situazione economica del nostro Ente. Il Partito Democratico di Paternopoli si associa alla richiesta dell’assessore Colantuono e chiede al Sindaco il ritiro di questa delibera e lo invita per il futuro ad essere più preciso e più rispettoso nel riportare nelle delibere le posizioni assunte dai rappresentanti consiliare del PD. Già da tempo avevamo chiesto una verifica politica, alla quale per ora il Sindaco si è volutamente sottratto. Infatti, siamo venuti a conoscenza che il 10 maggio si è tentato di superare la crisi, convocando una riunione di maggioranza, alla quale, però, hanno partecipato solo quattro consiglieri di maggioranza. Una esigua minoranza che ha ulteriormente messo in evidenza la crisi politica dell’amministrazione Barbieri. La verifica richiesta dal PD non è una minaccia ma una necessità politico-programmatica, utile a rilanciare l’attività amministrativa, e quindi si dovrà tenere nelle sedi proprie della politica e non nelle stanze chiuse del Palazzo, come maldestramente ha tentato di fare il gruppo politico del Sindaco. La cittadinanza si è allontanata da questa amministrazione e da più parti si chiede a gran voce le dimissioni in blocco dei consiglieri. Per il bene di Paternopoli, la verifica politica richiesta dal PD non è più rinviabile e fare orecchie da mercante non fa che aggravare la già precaria situazione amministrativa. I quattro consiglieri che affiancano il Sindaco e che decidono per tutti i paternesi non hanno le condizioni politiche ed il consenso per fare le scelte amministrative utili a superare la crisi ed a rilanciare la nostra comunità. Appunto, in quattro, alle ultime elezioni hanno fatto campagna elettorale per il partito di De Mita ed hanno raccolto solo 209 voti, pari al 15,9 per cento dei consensi. A questo punto, la domanda sorge spontanea: può un’esigua minoranza credere di essere autosufficiente e continuare a far finta che nulla è successo? In assenza della verifica politica necessaria il PD sarà costretto ad abbandonare la giunta per collocarsi all’opposizione della stessa. Durante la campagna elettorale del 13 e 14 aprile, che ha visto il PD vincere le elezioni a Paternopoli, molti cittadini ci hanno chiesto di fare qualcosa per risollevare le sorti di Paternopoli e contemporaneamente ci hanno manifestato la profonda sfiducia nell’amministrazione Barbieri, sentita come lontana ed aliena dai problemi della comunità. Il Sindaco di Paternopoli prenda atto di questa crisi politico-amministrativa e con ritrovata umiltà, fin che è in tempo, faccia il possibile per riguadagnare quella fiducia che meno di due anni fa gli permise di essere eletto con circa l’ottanta per cento dei consensi. D’altronde, ‘Far finta di niente’ sortirà soltanto l’effetto di creare le condizioni per un probabile nuovo commissariamento dell’Ente”.
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