– di Luca Guarracino – Arriva Berlusconi a Napoli per il Consiglio dei Ministri e si scatena la fantasia, sul tipo, “Berlusconi Santo” oppure “Berlusconi mò so c…. tuoi”, con chiari riferimenti al dramma rifiuti e alle implicazioni igienico – sanitarie dei maleodoranti miasmi che infestano da tempo le nostre strade e le virtù di una Regione intera. Tutti attendono il Cavaliere, ad iniziare dal popolo della libertà pronto a sbandierare l’incontenibile entusiasmo della vittoria e le attese della svolta in Campania. Il neo premier troverà anche i comitati di lotta e di accoglienza ad urlare in segno di protesta contro il procrastinarsi dell’emergenza rifiuti che hanno evidenziato in tutto il pianeta, il mortificante slogan sul tipo, “Napoli pattumiera d’Italia”. Berlusconi troverà una citta ammalata e una regione in ginocchio: occorre un miracolo per far rialzare la testa, il transito dei turisti, il ripristino dell’immagine di una città normale e far riprendere a tutti la speranza dopo che il popolo ha compreso di essere stato preso in giro, chiuso nella trappola dei disegni ingannevoli ed umilianti di chi gestisce il potere della politica e il nepotismo di molti che continuano a spendere soldi pubblici tra il keinesismo di ritorno e l’assistenzialismo mascherato. Tutti aspettano con ansia che la “monnezza” scompaia dalle strade per far… ritornare la dignità, la bellezza di Napoli e della Campania, il decoro, la cultura. Tutti, ma davvero tutti aspettiamo che Berlusconi faccia il miracolo e che ritorni il gusto della normalità. Da tempo lontana nella città partenopea e nel territorio campano. La normalità di una domenica ecologica senza passeggiare tra l’immondizia, i toponi, bidet e ogni grazia di Dio figlia del consumismo imperante, con le scuole aperte e con l’atteggiamento giusto di chi vuol rilassarsi all’aria aperta e…pulita. Berlusconi facci il miracolo, diventa pertanto quasi la preghiera dei più, ricchi o poveri che siano, tranne per alcuni intellettuali scesi dall’Aventino ma pronti per essere ricacciati. Anche l’Irpinia è stanca: per il lavoro che non c’è, per la politica che non si arrende alla sconfitta e non comprende che il Paese ha voltato pagina, che non accetta i rifiuti degli altri e attende segnali di svolta senza compromessi. L’Irpinia dei più attende segnali di modernità, con meno malaffare e meno politicanti. Meno accordi con Bassolino e la sua giunta, con una sanità più efficiente, con atti trasparenti che rafforzano la dignità dei tanti in cerca di prima occupazione, con meno “tecnici” ed “esperti” figli dell’ubbidienza al capo e con il “recupero” dell’ordinaria amministrazione tale da sostituire “l’intervento straordinario” capace di generare solo flussi di denaro speso con notevole sperpero. Dietro l’esasperazione di tanta gente, in particolare di tante mamme napoletane, c’è l’attesa della gente normale che attende reali segnali di svolta. Ancora troppe le consulenze per appartenenza, gestione senza governo, ancora sugli scudi le “amicizie politiche”, ancora tanta ricchezza senza sviluppo. Tanti furbi non s’erano mai visti nello stesso pollaio. Berlusconi non farti mettere il cappello da nessuno: sei un uomo dalle grandi sorprese e se riesci a risolvere il problema della “monnezza” in Campania, in modo equo ed imparziale, gli applausi saranno a scena aperta. Anche da chi non ti conosce e non ti ha votato.
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