Azzerati tutti i vertici dei 9 parchi e delle 2 riserve naturali presenti in Campania.
Una decisione senza mezze misure a cui si è arrivati il 16 di luglio ma ufficializzata soltanto nel bollettino regionale pubblicato lunedì scorso (Burc). Un provvedimento che deriva dalla lunga riflessione sulle modalità e sui tempi delle nomine dei presidenti.
La nuova Giunta Regionale presieduta da Stefano Caldoro ha deciso, infatti, di ricorrere al potere di autotutela perché i presidenti dei parchi in questione risultano essere stati nominati nel febbraio scorso dalla vecchia giunta targata Bassolino (vale a dire nei 46 giorni antecedenti le consultazioni elettorali).
Una proposta di nomina, dunque, che non rientra nei cosiddetti atti di ordinaria amministrazione sanciti dalla Corte Costituzionale e che, d’altro canto, non è contemplata dalla predetta normativa di legge regionale.
Nella stessa delibera, al contempo, viene chiesto agli 11 presidenti di garantire l’ordinaria amministrazione e l’adozione degli atti urgenti e indifferibili fino alla nomina dei nuovi vertici: una sorta di limbo in cui manterranno le loro poltrone ma senza pieni poteri.
A tal proposito ha parlato Anna Savarese, alla guida dei Picentini: “Una decisione del genere era già da tempo nell’aria ma saperlo solo tramite una nota scritta è davvero desolante. Non è comunque un problema di poltrone – ha spiegato la Savarese – ma di gestione: questi enti sono da tempo a corto di risorse e di personale. La situazione è già molto delicata e penso che con certe scelte, soprattutto con questa delibera, si può solo peggiorare”.
I vertici dei parchi regionali che sono stati azzerati: Matese (Giuseppe de Falco), Roccamonfina e Foce Garigliano (Raffaele Aveta), Partenio (Sabino Aquino), Campi Flegrei (Diego Giuliani), Monti Lattari (Gino Marotta), Picentini (Anna Savarese), fiume Sarno (Alessandro Nardi), riserva del lago Falciano – foce Volturno (Amelia Caivano), Foce Sele (Domenico Nicoletti) e il parco metropolitano di Napoli (Agostino Di Lorenzo).