Pago, anche castagne in cambio della dose di cocaina: telecamere per sgominare la rete di spaccio

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Anche due chili di castagne in cambio di una dose di cocaina. E’ quanto emerso dalle indagini degli agenti della Questura di Avellino (il Commissariato di Lauro e la Squadra Mobile) relativamente ad una fiorente attività di spaccio messa in piedi nel pieno centro di Pago Vallo Lauro da padre e figlio e dedita alla vendita di cocaina. Ieri mattina sono stati proprio i poliziotti a notificare ad entrambi una misura cautelare agli arresti domiciliari per detenzione ai fini dello spaccio firmata dal Gip del Tribunale di Avellino Marcello Rotondi su richiesta della Procura della Repubblica di Avellino. Riconoscendo la gravita’ indiziaria per nove dei venti episodi di spaccio contestati. Così tra questi e’ finito anche quello delle castagne, una sorta di baratto tra un prodotto “stupefacente” per la qualita’ con la droga, quella vera pero’. Perche’ quando gli agenti del presidio di Viale dei Platani agli ordini del vicequestore Elio Iannuzzi avevano bloccato uno degli acquirenti di droga dall’ attivita’ di spaccio dei due indagati , questo aveva candidamente ammesso di aver acquistato lo stupefacente scambiandolo con qualche chilo di castagne. Del resto il prezzo di una dose intorno allo 0,20 grammi oscillava intorno ai 20 euro.

Non e’ la prima volta che in un’indagine spuntano casi del genere, baratti particolari. Anni fa, sempre la Polizia, aveva scoperto che un pusher noto nella città capoluogo, scambiava cocaina con laute scorte di carne, consegnategli dal suo “cliente”. Numerosi gli acquirenti bloccati nel corso delle indagini, avviate dopo un sequestro di tre bustine di cocaina operato dagli agenti del Commissariato di Lauro agli ordini del vicequestore Iannuzzi nell’aprile del 2022 e andate avanti fino al dicembre dello stesso anno. Nel corso delle indagini un ruolo importante lo hanno avuto le attività tradizionali di osservazione e controllo eseguite dal personale di Mobile e Commissariato, ma anche le telecamere piazzate nei luoghi dove abitualmente si consumava l’attività di spaccio. Due zone a pochi metri. Il circolo gestito da padre e figlio nel centro di Pago e la loro abitazione. Per gli episodi contestati in cui non si è proceduto al sequestro della sostanza però, il Gip non ha ritenuto sufficiente la sola circostanza che si trattasse di soggetti anche segnalati quali abituali assuntori di sostanze stupefacenti per contestare la eventuale cessione. Ma gli episodi e il giro anche di affari dell’attività di spaccio sgominata hanno portato per tutte le altre contestazioni a procedere con la misura cautelare. Nelle prossime ore i due indagati dovranno comparire davanti al magistrato che ha emesso la misura cautelare.