Omicidio Zeppetelli, abbreviato per Maglione e Moscatiello: sentenza il prossimo 11 aprile

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Ci sara’ il processo con il rito abbreviato per Alessio Maglione e Giuseppe Moscatiello, difesi dagli avvocati Giulia Cavaiuolo, Pasquale Napolitano e Luigi Petrillo, entrambi sottoposti agli arresti domiciliari, accusati dell’ omicidio volontario di Nicola Zeppetelli, commesso il 19 febbraio 2022 a Cervinara in Piazza Ioffredo . Il Gup del Tribunale di Avellino Paolo Cassano ha accolto la richiesta dei legali dei due imputati. La possibilita’ di accedere al rio alternativo e’ stata possibile grazie all’esclusione delle aggravanti. Prima quella mafiosa, poi la premeditazione e i motivi futili e abietti. Cosi si andra’ all’abbreviato. Una scelta contestata dai legali di parte civile.I familiari assisiti dagli Avvocati Vittorio Fucci, Marianna Taddeo, Rolando Iorio, già costituiti come persone offese , si sono costituti parte civile in sede di udienza.preliminare. Avrebbero sollecitato una riformulazione dei capi di imputazione con le aggravanti (fatto che avrebbe precluso il rito alternativo) Una imputazione senza aggravanti che pero’ e’ stata confermata dal Gup e dalla Procura.

GLI ATTI AD AVELLINO DALLA DDA

L’inchiesta  era stata infatti  affidata alla Dda di Napoli. Nei giorni scorsi sarebbe stato lo stesso pm che seguiva il fasciscolo, il pm antimafia Francesco Raffaele a trasmettere gli atti alla Procura ordinaria sulla base delle conclusioni a cui sono giunte le indagini dei Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino. In buona sostanza per gli inquirenti  non si e’ trattato di un’esecuzione avvenuta con modalita’ e metodo mafioso. Gia’ nel corso dell’interrogatorio Alessio  Maglione aveva ammesso di avere sparato a Zeppetelli in occasione di un diverbio e che Moscatiello non aveva negato la sua presenza al fatto e il suo ruolo di accompagnatore di Maglione, sostenendo, peraltro, di essere stato all’oscuro delle sue intenzioni nonché della circostanza che lo stesso portasse con sé una pistola. Un testimone aveva osservato la scena: Moscatiello era rimasto in auto durante la fase del diverbio; poi, esortato da Maglione a scendere dall’autovettura, era sceso e dopo il ferimento mortale   i due si erano, poi, allontanati. I  Carabinieri del Nucleo Investigativo di Avellino avevano stretto  in poche ore il cerchio sui due. I quali  avevano  deciso di rifugiarsi ad Arienzo, città di origine del patrigno di Maglione, e proprio li in un blitz congiunto tra i militari della locale Compagnia e quelli del Comando Provinciale di Avellino erano stati tratti in arresto. Ora si attende il processo e la sentenza