BAIANO- Dopo il via alle operazioni tecniche di accertamento antropometrico nel cortile della palazzina di Via De Santis, scena del delitto del cinquantaquattrenne Felice Lippiello, la Procura della Repubblica di Avellino dispone una nuova serie di esami su quanto caduto in sequestro dopo le perquisizioni eseguite dai Carabinieri nei confronti dei due indagati, Salvatore e Francesco Crisci, padre e figlio (detenuti dal 19 febbraio scorso dopo il fermo di pg operato dai Carabinieri e firmato dal pm titolare delle indagini, il sostituto procuratore Vincenzo Toscano).
Gli esami e la copia forense dei dispositivi si svolgeranno il prossimo 10 maggio davanti ai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino. Soprattutto per il cellulare in uso a Salvatore Crisci, si tratta di un esame importante, visto che già nella misura cautelare firmata dal Gip Giulio Argenio, si era fatto riferimento alle telefonate avute sia in passato che in tempi più recenti e la stessa sera del delitto tra la vittima e il presunto omicida.
Già nei giorni scorsi c’erano stati altri esami. Si tratta di quelli antropometrici di riscontro ai video raccolti dai Carabinieri nell’immediatezza dei fatti. I militari del Ris, coadiuvati dai militari della Compagnia dei Carabinieri di Baiano, hanno eseguito, per circa due ore e alla presenza anche dei legali dei due indagati, esami con speciali telecamere che ricostruiranno la scena ed evidentemente saranno messe a confronto con le caratteristiche fisiche dei due indagati.
Una settimana fa erano scattati gli accertamenti al Ris di Roma sui reperti rinvenuti nel corso del sopralluogo e delle perquisizioni eseguite dai Carabinieri dopo il delitto. In particolare di un cappellino rinvenuto nel cortile dell’abitazione di Via De Santis, oltre ad altri reperti che riguardano i due principali indagati, Salvatore e Francesco Crisci.
Il Riesame di Napoli qualche settimana fa, accogliendo le richieste dei difensori Antonio Falconieri e Farancesco Pecchia, aveva riqualificato i fatti in omicidio preterintenzionale, confermando però la misura carceraria. Bisognerà attendere che la Procura aderisca a questa indicazione.
Anche alle luce dei gravi indizi raccolti dai Carabinieri del Comando Provinciale di Avellino e della Compagnia di Baiano che il 19 febbraio avevano portato il pm che conduce le indagini, il sostituto Vincenzo Toscano, a firmare un decreto di fermo di indiziato di delitto di omicidio volontario (che resta ancora la contestazione provvisoria), poi trasformato in misura cautelare da parte del Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio.
La difesa di Francesco Crisci, l’avvocato Antonio Falconieri, aveva anche evidenziato come dai frame che riprendevano parte del volto di uno dei soggetti che nel cortile condominiale discuteva con Lippiello, non si evidenziasse un tatuaggio che il diciannovenne ha sul volto.
In particolare i frames delle telecamere di sorveglianza attive nella zona, che pur non restituendo una traccia della targa della Panda sulla quale i due presunti assassini di Lippiello erano giunti in via De Santis, per molte caratteristiche era simile a quella in uso ai Crisci. A cui si erano aggiunti sia vecchi messaggi tra Salvatore Crisci e la vittima e l’incrocio con le celle telefoniche.