Ofantina – Il rumore del dolore e del silenzio

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Ofantina – (di Antonio Porcelli) Una giornata particolare che difficilmente verrà dimenticata. Anche se il tempo cancella e la vita continuerà a scorrere, le immagini che seguiranno saranno la testimonianza che occorrono fatti concreti per rimediare agli errori, per evitare fatti di cronaca e per alleviare le sofferenze di tanti familiari che piangono i propri cari, gli angeli che guardano dall’alto. Chiediamo scusa in anticipo per aver rubato i momenti della commozione dei tanti parenti che hanno manifestato lungo la strada della morte. Non è nel nostro costume. Ma l’Ofantina merita una riflessione seria e non bisogna abbassare la guardia. Non bisogna fermarsi, né davanti alle facili promesse, né alla demagogia che potrebbe pur esserci. La strada in questione, figlia del post terremoto e del falso progresso, ha mietuto tante vittime ed ha fatto scorrere fiumi di inchiostro. La Marcia fortemente voluta dalla gente e dai familiari delle vittime, sebbene intrisa di dolore e dal silenzio per il ricordo delle persone amate, invita tutti noi e le nostre coscienze a fare qualcosa. Innanzitutto tanto rumore, per svegliare le tiepide coscienze dei vertici che fingono di dormire sonni tranquilli. Perché non si può scrivere, parlare e raccontare l’Ofantina, se non si comprende che questa strada è piena di insidie, con dislivelli altimetrici, abbassamenti termici, con poche corsie di decelerazione e scarsa illuminazione nei pressi degli incroci. Chi scrive, ha la possibilità di poterla raccontare dopo che da dieci anni (ogni giorno) la attraversa dal tratto Avellino – Sant’Angelo dei Lombardi in andata e ritorno. E se non giustifico le velocità sostenute, i sorpassi con la striscia continua, alcune incomprensibili guide spericolate, non posso giustificare alcuni tratti del percorso, dove la cautela è solo figlia del Buon Dio e del destino già scritto di ognuno. La prima Marcia di oggi pomeriggio è il segnale che occorre rimboccarsi le maniche e avere rispetto del dolore altrui e dei tanti amici che hanno perso la vita sulla strada. Le foto di oggi con i loro volti e la dignitosa partecipazione rappresentano l’inizio di una speranza: vicini a coloro che soffrono, per non offuscare il ricordo di chi non c’è più e il duro monito per le insensibilità della burocrazia e dell’animale-uomo.

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