Carte di credito, denaro elettronico e telefonini. Sono gli strumenti che, già oggi, stanno erodendo l’uso del contante. Ma quanto siamo lontani da un futuro senza monete e banconote? Secondo i profeti della “cashless society” l’obiettivo è a portata di mano, e il sorpasso del denaro virtuale su quello sonante è già fissato per il 2015. Lo conferma un rapporto dell’Apacs, l’associazione inglese per i servizi di pagamento, citato in una servizio della Bbc. Ma analisti e industria sono più cauti, e la crisi in atto potrebbe ulteriormente rallentare il processo. L’agonia del contante sembra irreversibile. Secondo i dati più recenti diffusi dalla Banca centrale europea, dal 2002 le transazioni cashless sono cresciute a un ritmo del 7 per cento annuo, sfiorando il totale di 74 miliardi. La parte del leone la fanno le carte di credito, con il 37 per cento del totale, seguite dai bonifici e dagli addebiti diretti. Si tratta, evidentemente, di strumenti legati a spese di una certa entità. Nei micropagamenti, quelli da pochi euro, il contante la fa ancora da padrone. D’altra parte, chi ha voglia di mettersi a digitare un pin o a firmare lo scontrino per comprare il latte o le sigarette? La vera sfida è convincere i consumatori ad abbandonare la praticità delle monete anche nelle piccole spese quotidiane. Una sfida remunerativa se, come stima Datamonitor, il mercato mondiale dei micropagamenti vale quasi mille miliardi di dollari. La soluzione, giurano gli esperti, si chiama “contactless”: nel bancomat o nella carta di credito viene inserito un chip che, passato nei pressi di un apposito lettore, se la transazione è di pochi euro, la fa scattare immediatamente. Basta una strisciata, e il pagamento è fatto. Senza dover stare a cercare le monete o a contare il resto.
Redazione Irpinia
Testata giornalistica registrata al tribunale di Avellino con il n. 422 del 21.5.2014
- Redazione – Via Dell’Industria snc – Pietradefusi (AV)
- 082573384
- redazione@irpinianews.it