La paura dei tempi che stiamo vivendo, caratterizzati da un costante allarme terrorismo, può portare a vedere minacce ovunque.
Il professor Guido Menzio, 40 anni, che insegna all’Università della Pennsylvania era a bordo di un volo della Air Wisconsin che lo doveva portare a Syracuse, nello Stato di New York. Stava scrivendo una formula sul suo taccuino, quando è stato fermato e interrogato a bordo di un aereo che stava decollando dall’aeroporto di Philadelphia perché sospettato di essere un terrorista.
A denunciarlo la passeggera seduta vicina a lui che lo ha visto concentrato nel risolvere un’equazione matematica e si è insospettita, non immaginando che l’uomo dai capelli ricci neri e lunghi fosse un docente della Ivy League, il network che unisce alcune tra le più prestigiose università americane, da Harvard a Princeton. La donna ha così passato un foglietto a uno steward lanciando l’allarme. Dopo pochi minuti l’aereo, che si stava dirigendo verso la pista di decollo, è tornato indietro.
Il professor Menzio è stato quindi fatto alzare e portato davanti a un funzionario a cui ha potuto spiegare l’equivoco. “Non c’è alcun dubbio che l’attuale ondata di terrorismo, che sta coinvolgendo l’Europa ed il mondo intero – commenta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – è un problema reale col quale dobbiamo confrontarci. Se da un lato possiamo provare emozioni circoscrivibili come disprezzo per gli attentati o compassione per le vittime, dall’altro però il fenomeno del terrorismo apre la nostra sfera emotiva anche a sensazioni che possono avere prospettive non delimitabili e, soprattutto, fuori controllo, quali paura e panico. Quel bisogno di sicurezza e protezione della propria persona assolutamente insiti in ognuno di noi, creano un pericolosissimo scenario di paranoia, paura e ansia costante col quale l’individuo deve convivere. Il rischio è che l’individualizzazione di queste sensazioni di angoscia, ansia e panico, diventi troppo ampia ma soprattutto collettiva e sfoci anche in fenomeni irrazionali di xenofobia o razzismo, come è successo al professore italiano.”
Eppure sarebbe bastato che avessero fatto una rapida ricerca su internet per capire che Menzio non era un terrorista.