La sindaca di Avellino, Laura Nargi, si prepara ad affrontare la doppia sfida dell’aula consiliare, ma resta ancora in cerca dei numeri necessari per governare. In questo contesto, il concerto di Serena Brancale — in programma sabato prossimo nella rinnovata cornice di Piazza Castello — rischia di diventare il “canto del cigno” di un’amministrazione che, in undici mesi, ha prodotto poco. Giunta ormai alla terza formazione di giunta (ancora incompleta, con soli cinque assessori su nove), la sindaca non ha ancora chiarito come intenda amministrare senza una maggioranza, soprattutto alla luce della rottura sempre più netta con l’ex sindaco Gianluca Festa.
Il conto alla rovescia è partito: tra 48 ore si torna in aula. All’ordine del giorno non figurano temi cruciali, ma sarà un passaggio utile per tastare la tenuta e la consistenza della maggioranza. Tuttavia, sarà la seduta del 18 giugno — quando approderà in aula il Bilancio Consuntivo — a rappresentare il vero banco di prova. Serviranno 17 voti, compresa la sindaca, per approvare il documento. Al momento, però, i consensi si fermano a 13, includendo anche i tre espressi dai gruppi “Moderati e Riformisti” e “Forza Avellino”.
A mancare sono soprattutto gli 11 voti riconducibili all’area di Gianluca Festa, che si è ricompattata dopo le ultime mosse della sindaca. L’obiettivo di Nargi resta quello di rompere il fronte “festiano” e recuperare qualche consigliere utile per colmare il divario, ma la missione appare sempre più complicata. Una possibile via d’uscita potrebbe essere quella di presentarsi dimissionaria già nella seduta di dopodomani o, in alternativa, prima della seduta del 18-19 giugno sul rendiconto. In tal modo, la sindaca potrebbe sfruttare i venti giorni previsti per un eventuale ripensamento e provare a riaprire il dialogo con alcune componenti del Consiglio.
Remotissima, invece, l’ipotesi di un governo di scopo o di salute pubblica con il Partito Democratico: le recenti scelte della prima cittadina hanno infatti irritato sia la maggioranza che l’opposizione, rendendo ancor più incerta la sorte dell’Amministrazione comunale.