Mostra multicolore: l’arte naif approda a Lauro

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Lauro – L’arte Naif protagonista di una mostra multicolore e vivace. Fino al prossimo 30 novembre, gli appassionati dello stile semplice e scarno, ma dalla forte comunicabilità, potranno visitare una collezione a dir poco unica. Cinque gli artisti che hanno esposto le proprie tele, tutti di origine ungherese, presso la Collegiata cittadina. Questo, è il ventinovesimo anno che l’amministrazione di Lauro ospita una simile mostra. “La pittura Naif – ha spiegato il sindaco Vito Bossone – è lo stile che contraddistingue il nostro paese. Tutto si ispira a questo genere francese che agli inizi del novecento ha spopolato in Europa e non solo. Le nuove costruzioni cittadine sono Naif, le tinteggiature degli edifici restaurati hanno colori Naif. Insomma siamo immersi in questo genere artistico perché in fondo, anche Lauro ha uno spirito Naif”. Il termine Naïf è una parola francese che corrisponde all’italiano ingenuo, primitivo. In arte il termine Naïf si riferisce ad un atteggiamento estetico ed espressivo dell’artista nei confronti dell’opera e spesso indica una produzione non sorretta da una vera e propria formazione professionale o comunque scolastica. L’opera dell’artista Naïf è espressione di una creatività che non si colloca all’interno di correnti artistiche o di pensiero. L’artista Naïf segue il proprio istinto senza seguire quelli che sono i dettami tecnici o “filosofici” delle espressioni artistiche del “momento”. Quindi i pittori Naïf dipingono per se stessi, esprimendo senza compromessi una visione realistica e poetica, fantasticando ed accentuando le forme e la realtà. La pittura Naïf è costituita da un’esecuzione elementare e semplice e racconta in modo fiabesco scene di vita quotidiana, con un ricco accostamento di colori, usati generalmente puri. Per gli artisti Naïf sono stati usati i termini di “istintivi”, “primitivi moderni”, “popolari” o “pittori dal cuore sacro”. Il tutto, quindi, a detta del primo cittadino “semplice ed essenziale come la nostra comunità”.
(di Marianna Marrazzo)

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