Morto dopo l’operazione al rene sbagliato: due medici a giudizio, uno prosciolto

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AVELLINO- Muore per una grave insufficienza renale qualche giorno dopo dopo che era stato sottoposto ad un’operazione al rene sbagliato, ovvero l’asportazione di una neoplasia a quello destro, mentre invece era stato operato quello sinistro: due medici a giudizio e uno prosciolto dall’accusa di omicidio colposo. Questa la decisione del Gup del Tribunale di Avellino per la tragica vicenda che ha portato al decesso di Eduardo Colacicco, operato il 13 ottobre 2020 presso la Clinica Villa Esther e deceduto il successivo 20 ottobre per una grave insufficienza renale. Dopo la denuncia dei familiari, costituti in giudizio e rappresentati dall’avvocato Cristina Mancini e le indagini della Squadra Mobile di Avellino, la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio per i tre medici. Ma dopo una consulenza seguita al decesso ed una nuova perizia, il Gup ha rinviato a giudizio davanti al giudice monocratico i due medici Mario Di Martino, difeso dall’avvocato Alfonso Laudonia e Franca Salzillo, difesa dall’ avvocato Alberto Biancardo, proscioglimento invece per Veronica Tecce, medico anestesista che si era occupata dell’anamnesi e accettazione, che rispondeva in concorso di omicidio colposo. La difesa della professionista, l’avvocato Fabio Tulimiero ha evidenziato un unico motivo nella sua discussione. Ovvero il fatto che l’accettazione e anamnesi era fondata su referti che indicavano il tumore al lato sinistro, mentre in realta’ era al lato destro. Il pm Teresa Venezia aveva chiesto il rinvio a giudizio per tutti e tre gli imputati. Il Gup del Tribunale di Avellino Lorenzo Corona ha rinviato a giudizio i due medici e prosciolto la sola Tecce.

I FATTI

Secondo le accuse, i due medici rinviati a giudizio, ovvero la dottoressa Salzillo nella qualità di responsabile del Servizio di Medicina Nucleare e il dottore Di Martino nella qualita’ di Direttore della unità operativa di Urologia presso la Casa di cura ẹ primo chirurgo dell’`equipe operatoria, che trattarono/sottoposero ad intervento chirurgico Colacicco Eduardo, affetto da patologia neoplastica al rene destro, con le loro condotte ne avrebbero cagionato la morte, il 23 ottobre 2020 e dovuta agli effetti “di una grave insufficienza” renale, sopraggiunta in conseguenza dell’ intervento chirurgico al rene diverso da quello affetto dalla patologia. In particolare: la dottoressa Salzillo, secondo le accuse, trascrivendo il referto della Tomografia a Emissione di Positroni (PET), effettuata il 22 settembre 2020 indicò che l’immagine neoplastica interessava il lato sano (sinistro) piuttosto che quello realmente interessato (destro) dalla patologia; Di Martino, sottoponendo a visita specialistica il Colacicco il successivo 25 settembre , dunque prima del ricovero, trascrivendo il lato anatomico errato nel certificato di richiesta di ricovero, indicò il lato sinistro piuttosto che il destro, realmente, quest’ultimo, sede di neoplasia; sempre lo stesso medico, omettendo, nella gestione del pre-operatorio, la conferma diagnostica della sede e del grado della neoplasia. La difesa della Salzillo, anche sulla scorta delle conclusioni del perito del giudice avrebbe sostenuto che non era stato rilevata una neoplasia ma una infiammazione. Per cui non ci sarebbero state negligenze dalla propria assistita. Ora sarà il processo, che iniziera’ il 25 settembre davanti al giudice monocratico Pieropaolo Calabrese, a stabilire le eventuali responsabilità nella vicenda.