MONTORO- Per sette anni è stato accusato di aver compiuto una circonvenzione di incapace nei confronti di un sessantacinquenne che aveva ospitato nella sua abitazione di Montoro, dovendo anche subire la sottoposizione alla misura cautelare del divieto di avvicinamento alla sua presunta “vittima”.
Un’ accusa che l’imputato, un quarantacinquenne di Montoro ora trasferito nel salernitano ha sempre respinto. Ieri è arrivata per lui la sentenza, quella emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino. Assolto “perché il fatto non sussiste”. Il giudice ha accolto verosimilmente (per confermarlo si dovranno attendere le motivazioni della sentenza ) la tesi difensiva sostenuta dalla penalista Giovanna Perna per cui, non c’era stata alcune circonvenzione del sessantenne, che aveva volontariamente scelto di affidarsi alle cure della sua nuova famiglia.
Tra l’altro uno dei punti alla base delle segnalazioni e denunce che avevano portato alla misura cautelare (sporte da parte del nuovo amministratore di sostegno e dai servizi sociali) quello dell’apertura di un conto corrente in banca chiesto dal sessantenne accompagnato dal suo presunto circonventore, era stata smentita dallo stesso direttore che aveva negato la circostanza, dichiarando che l’uomo presunta vittima, si era recato da solo. La Procura aveva chiesto una condanna nei confronti dell’imputato ad un anno e otto mesi.