Minacce dal carcere al Gip Cassano, la Procura di Roma: De Vito a processo

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AVELLINO- Violenza o minaccia ad un corpo politico, amministrativo o giudiziario o ai suoi singoli componenti e minaccia aggravata. La Procura di Roma (competente perché il reato riguarda un magistrato del Distretto di Napoli) ha chiesto il rinvio a giudizio nei confronti del venticinquenne Kevin De Vito per l’episodio avvenuto nel carcere di Bellizzi Irpino il 27 gennaio 2022 e le minacce rivolte dell’imputato, all’epoca dei fatti detenuto, nei confronti del Gip del Tribunale di Avellino Paolo Cassano.

La richiesta firmata dal sostituto procuratore della Repubblica di Roma Francesco Dall’Olio finirà davanti al Gup del Tribunale capitolino il prossimo 25 gennaio davanti al Gup Simona Calegari. De Vito è difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Gerardo Santamaria.

IL FATTO
Il ventisette gennaio del 2022 Kevin De Vito, detenuto per una vicenda di tentata estorsione ai danni di una coppia di tossicodipendenti della città capoluogo, viene chiamato alla matricola per una notifica. Il venticinquenne pensa probabilmente, come aveva anche spiegato nell’interrogatorio successivo alla notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, che si trattasse della risposta ad un’istanza in attesa per l’attenuazione della misura cautelare.

Si trattava invece di una nuova ordinanza di custodia cautelare per una vicenda di armi. In presenza dei Carabinieri del Nucleo Operativo di Avellino, De Vito sbotta: “A questo giudice l’aggia accire….aggia spara n’cap” (tradotto: a questo giudice lo devo uccidere, gli devo sparare in testa) e poi aveva continuato: “cia aggia spacca’ a cap, aggia spara’” (tradotto: devo spaccargli la testa, devo spararlo).

La relazione di servizio dei militari dell’Arma viene trasmessa alla Procura. Da qui parte la denuncia che ora si appresta ad approdare in aula. De Vito viene accusato delle minacce. Al giudice Cassano viene assegnata una tutela “radiocontrollata”. Il magistrato è stato riconosciuto parte offesa nel procedimento.

LA DIFESA DELL’IMPUTATO: MOMENTO DI FRUSTAZIONE
Un momento di frustrazione, dovuto all’attesa relativa ad un’istanza di scarcerazione. E soprattutto che non aveva nessun intento di minacciare il giudice Paolo Cassano. Questo è quanto avrebbe riferito nel corso dell’interrogatorio chiesto dopo la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari il venticinquenne Kevin De Vito, attualmente sottoposto alla misura degli arresti domiciliari.

Lo stesso indagato avrebbe ribadito le sue scuse al magistrato, tra l’altro già affidate ai suoi legali, i penalisti Gaetano Aufiero e Gerardo Santamaria. Proprio ieri De Vito e’ stato mandato assolto per le minacce rivolte durante un colloquio in carcere ai Carabinieri perché “non punibile per particolare tenuità del fatto” dal Tribunale di Avellino.