Metalmeccanico: è ancora buio pesto. L’Irpinia stringe i denti

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Crisi: è di oggi la notizia di piccoli, ma si spera ben auguranti, segnali di ripresa economica. A diffonderla il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, che ripone nei buoni feedback che arrivano da alcuni paesi (Brasile, Cina e Messico) le aspettative di un tanto atteso scossone all’economia globale entro la fine del 2009. Fin qui le previsioni, ma la quotidianità, almeno in questo angolo di mondo, restituisce ancora evidenti e spesso drammatiche difficoltà, a riprova del fatto che le ombre della recessione restano vive più che mai. E’ il caso del comparto metalmeccanico, punta di un iceberg ben più ampio e complesso, ma che ritrae fedelmente lo stagnante status quo produttivo ed occupazionale dell’Irpinia. Nel calderone dell’emergenza ci sono praticamente tutte, o quasi, le aziende del settore e non c’è giorno in cui non arrivino novità, quasi sempre brutte.

FMA – Oggi, con due giorni di anticipo sui programmi, è ripreso lo stop delle attività presso la Fma di Pratola Serra. Lo stabilimento, un tempo (nemmeno troppo remoto) fiore all’occhiello dell’industria locale, avrebbe dovuto sospendere la produzione il prossimo giovedì ma stamattina è stato dato il via libera ai lavoratori dopo le vicissitudini legate alla vertenza Astec, azienda di servizi correlata all’opificio Fiat. Un blocco forzato, insomma, che stando a quanto stabilito dovrebbe interrompersi il prossimo 6 aprile, data fissata per la ripresa lavorativa. Non resteranno però immobili i lavoratori che hanno già annunciato, attraverso le Rappresentanze Sindacali Unitarie, di riversarsi nei pressi della Prefettura a manifestare il prossimo 23 marzo.

ASTEC – Per un’azienda che si ferma, ma non c’è certo da fare i salti di gioia, ce n’è un’altra che riparte: è proprio la Astec, che ritrova un po’ di luce dopo le agitazioni paventate nelle ultime ore. “In questo caso siamo riusciti a metterci una pezza”: commenta il segretario provinciale della Fiom Cigl, Luciano Vecchia, usando un’espressione che la dice lunga sul clima che si respira nell’ambiente. In mattinata si è tenuta l’assemblea che ha visto la partecipazione dei vertici societari e del sindacato per fare il punto sulla situazione. “Nel corso del summit – informa Vecchia – si è trovato l’accordo per il pagamento delle retribuzioni di febbraio, scongiurando così per il momento il rischio delle 48 ore di sciopero previste. Ma al contempo – aggiunge – si è evidenziata la più stringente necessità di un tavolo di confronto sulle garanzie all’occupazione per il quale l’azienda ha trasmesso segnali positivi annunciando di voler ricorrere alla cassa integrazione e agli altri ammortizzatori sociali per salvaguardare le risorse umane”. In altre parole, ed è questa forse la più importante novità, dovrebbe essere escluso il pericolo di licenziamento per i circa 130 dipendenti.

DE LIVERI E MAIL – C’è ancora apprensione, invece, per i lavoratori di un’altra impresa di servizi collegata alla Fma: la De Liveri e Mail. Nei giorni scorsi sono state inviate 16 lettere di preavviso di licenziamento ad altrettanti lavoratori, domani alle 5 in Prefettura è previsto l’incontro per tentare di scongiurarli. Nella fattispecie la squadra operaia, che si prende cura della pulizia e delle attività di organizzazione di magazzino, è tra due fuochi, quello della Deliveri e Mail e quello della Ceva, rispettivamente società appaltata ed appaltante del servizio in questione ed entrambe convocate nel confronto con il sindacato. “L’obiettivo è quello di determinare immediatamente le garanzie per i lavoratori – spiega Vecchia – e chiaramente di evitarne l’espulsione. Nel frattempo non può che proseguire lo stato di agitazione”.

ALMEC – Acque burrascose anche presso la Almec dove però si registra un flebile passo in avanti per i circa 270 dipendenti in cassa integrazione da dicembre. La schiarita arriva dopo il doppio appuntamento presso la Prefettura prima e l’Unione Industriali poi. “Su iniziativa del Prefetto e dopo l’intervento dell’Asi e dei sindacati – afferma Vecchia – si è risolto definitivamente il nodo delle spettanze di febbraio che verranno quindi pagate ai lavoratori”. Nel corso dell’incontro si è anche affrontato il problema del futuro per lo stabilimento di Nusco. “In questo senso la proprietà ha rassicurato sulla volontà di rilanciare la produzione – avverte il segretario Fiom Cgil – ma ha anche ammesso che i tempi saranno lunghi perché con la crisi ancora in atto viene considerato inopportuno e prematuro al momento qualsiasi nuovo investimento”. Parole di incoraggiamento, quindi, ma che non bastano a tranquillizzare il sindacato. “I discorsi vanno bene fino a un certo punto – ammonisce Vecchia – servono i fatti e la realtà è ancora quella di una situazione problematica. Non abbasseremo la guardia”. Sugli sviluppi emersi in mattinata è previsto per le 18.00 un’ulteriore assemblea, questa volta tra sindacati e lavoratori, nella quale verranno illustrate le novità e verrà analizzato il da farsi per i prossimi giorni.

L’Irpinia del comparto metalmeccanico prova a stringere i denti nella speranza di risalire al più presto la china. (di Eddy Tarantino)

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