Megatruffa del Superbonus: altri 6 mesi di inchiesta di Procura e GdF

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AVELLINO- Ancora sei mesi di accertamenti per uno dei filoni della mega-truffa sul Superbonus scoperta un anno fa dalla Procura di Avellino e dai militari delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale.

Una proroga delle indagini, quella chiesta ed ottenuta dal pm della Procura di Avellino che coordina il fascicolo, il sostituto procuratore Luigi Iglio e firmata dal Gip del Tribunale di Avellino Paolo Cassano. Si tratta del secondo filone del procedimento che ha visto il più alto sequestro di fondi per i bonus realizzato in tutta Italia. L’ipotesi di reato provvisoriamente contestata al titolare di almeno due societa’ nel mirino degli accertamenti dei militari agli ordini del colonnello Salvatore Minale e’ quella di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Almeno sedici contestazioni per altrettante ipotesi che il sostituto procuratore Luigi Iglio contesta al trentatreenne, che si erano aggiunte a quelle contestate nel procedimento coordinato dal sostituto procuratore Vincenzo Russo (il maxisequestro di un miliardo e mezzo eseguito a gennaio).

I casi legati al filone bis erano gia’ emersi all’esito del decreto di sequestro e delle perquisizioni eseguite dai militari del Gruppo di Avellino delle Fiamme Gialle. Tra le vicende contestate quelle relative ad una ditta di confezioni per uomo, intestata al trentatrenne che nel gennaio del 2023 avrebbe prodotto crediti di imposta per eventuali cessioni a terzi e per compensazioni fiscali per 13 milioni di euro. Tutto senza una traccia di contratti con imprese che si occupavano di pannelli fotovoltaici, senza alcuna documentazione che attestasse gli interventi e soprattutto senza immobili di proprietà dove sarebbero stati realizzati i lavori.

Tutto facendo solo fittiziamente risultare la presenza dei requisiti per accedere agli incentivi. Stesso discorso per una seconda società, stavolta ufficialmente dedita al commercio al dettaglio di prodotti via internet, costituita nel dicembre del 2021 e solo dopo aver maturato i crediti per l’Ecobonus, che non aveva nessun contratto con imprese edili, nessuna fattura per interventi di miglioramento energetico ed in particolare nessun immobile. In questo caso i crediti maturati per la cessione o la compensazione arrivavano alla cifra di 15 milioni. Stesso discorso per un’altra ditta, avviata in questo caso solo nel maggio del 2022.

Qui la natura dell’impresa e’ dell’ acquisto via internet di automezzi e motocicli, cifra a sei zero anche per i crediti maturati da questa società. Si parla di somme per 1440000 euro. Ci sono anche crediti “rifiutati” per cui l’agenzia delle entrate non ha concesso agevolazioni per nove milioni di euro. Ecobonus, Sismabonus, Bonus Facciate, tutte le misure adottate per il miglioramento energetico sono state sfruttate dalle società del trentatreenne per accumulare milioni di euro nei cassetti fiscali e in una sorta di mercato delle cessioni su scala nazionale.