La Torre dell’Orologio di Avellino domani, 28 gennaio 2015, sarà interessato da lavori in quota che, con imbracature e ancoraggi particolari, vedranno la pulitura prima e poi la ridipintura con resina e mastice speciale dei numeri dei quattro quadranti dell’orologio della torre. “Un’opera di manutenzione straordinaria che aspettavamo da un po’ di tempo; un momento di attribuzione di una nuova visione di tempo, il ridisegno di un simbolo che dovrebbe essere quello più caro alla mia città e per il quale il gruppo consiliare dei Democratici per Avellino ha investito energie, slanci e speranze – dice Barbara Matetich – E così da domani la svettante linea della seicentesca Torre dell’orologio avrà occhi nuovi, gli occhi del tempo che campeggeranno al di sopra dei 36 metri di materiali e umanità inseriti nei tre ordini architettonici che costituiscono l’intera struttura della torre, che la tradizione, raccolta dallo storico avellinese Francesco Scandone, vuole sia stata edificata su una torre dell’antica cinta muraria o addirittura eretta sui resti di un antico campanile. La costruzione che fin dalle origini appartenne all’Università, fu gravemente danneggiata dai terremoti del 1668 e del 1742, ma i primi interventi si ebbero soltanto nel 1783 con l’utilizzo di denaro pubblico: la struttura fu dotata di un nuovo macchinario per l’orologio: un orologio a campane e una “diana” da suonare soltanto in caso di pericolo. I restauri, seguiti all’ultimo terremoto del 1980 e terminati nei primi anni ’90, restituirono alla cittadinanza avellinese una torre sapientemente recuperata all’antico equilibrio architettonico. Da allora solo domani si tornerà alla sua cura. E proprio dal terzo ordine, quello dai grandi occhi, domani personale specializzato e munito di cinture, che rispettano dispositivi di sicurezza individuali e collettivi, si calerà con delle funi fino alla faccia del tempo per entrare nei solchi scoloriti dei suoi incavi. Incastonati in una colonna quadrangolare che termina con una trabeazione dal gusto neoclassico, si stagliano i quattro occhi ormai bianchi, bianchissimi..quasi dischi volanti appiattiti come lenti trasparenti che penetrano il tempo della nostra era spaziale. Poi, però, succede che qualche umano qua giù ha ancora voglia di occuparsi di faccende che attraverso i dettagli segnano o provano a segnare il perimetro degli spazi della nostra umanità. Ogni tanto i segnali non si perdono. La nostra voglia di traccia, e non solo di tracciati, è stata accolta e sostenuta dall’Assessore alla promozione della città e dall’Assessore ai Lavori Pubblici. Un percorso portato a termine. Un piccolo segno in solchi troppo piccoli rispetto ai perimetri dell’ agire pubblico, ma il presagio di un segnale in direzione della cura e della promozione del bello che pure ci circonda. Con occhi nuovi, con nuovi margini!”
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