Mascherine a Quindici, in principio fu il Parco Partenio. “Obiettivo futuro 8mila dispositivi al giorno”

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Alpi – Quella villa non poteva restare chiusa, quel maglificio non poteva restare fermo. Erano i giorni del lockdown, fine marzo, ed il primo a “dannarsi” l’anima per l’inattività produttiva del “100quindiciPassi” fu il Presidente del Parco del Partenio.

“Sono nato e cresciuto nel Vallo di Lauro, ci vivo con la mia famiglia e so quanto sia stato importante togliere quel bene alla camorra. E so quanto sia importante che funzioni, dia lavoro, prospettive, allontani i giovani dalla criminalità. Perciò, grazie alla Regione Campania e a tante altre realtà istituzionali e associative, abbiamo potuto riaprire quella villa bunker e renderla produttiva”, dice Franco Iovino, presidente del Parco. “Il nostro ente – sottolinea – non deve soltanto tutelare l’ambiente, ma deve anche salvare vite umane”.

Se dunque oggi il maglificio produce e dà lavoro, è anche merito del Parco del Partenio. Un altro che lì dentro ci “buttta il sangue” è Felice Castaldo, presidente dell’associazione di volontariato “Punto Alfa” di Pago Vallo Lauro.

“Al momento – dice Castaldo – produciamo circa 800 mascherine al giorno. Ma siamo in attesa di nuovi macchinari che ci consentiranno di arrivare a 8mila dispostivi al giorno”. Soddisfazione anche da “Oasiproject”, cooperativa sociale di Avellino, presieduta da Francesco Iandolo. La cooperativa gestisce il Maglificio.