“L’Italia ha l’export nel Dna, per Campania e Irpinia grandi opportunità”: parla La Rosa

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Alpi – I possibili mercati di sbocco dell‘export made in Italy li ha illustrati Cinzia La Rosa, vice Presidente nazionale Piccole Imprese con delega all’internazionalizzazione, la quale ovviamente ha appronfondito diveri aspetti dell’argomento. “Aumenta l’export ed aumentano le possibilità negli Stati Uniti. Il nostro Paese, nonostante le difficoltà, continua a crescere, siamo il settimo Paese al mondo nel campo. Abbiamo l’export nel Dna. La Campania è pronta alla sfida, è la nona regione in Italia. E’ stato registrato un notevole aumento in settori importanti come l’ortofrutta preparata, la medicina, l’aeronautica e c’è molto spazio a livello industriale. In Irpinia ci potrebbero essere grandi opportunità per il settore conciario. Ad esempio in Serbia, un Paese vicino, a portata di mano anche per le Pmi. Ci sono grandi spazi, bisogna saper cogliere le opportunità ed è necessario continuare a formare ed informare. Abbiamo siglato un accordo importante con Sace e Simest che sono molto vicine alle piccole e medie imprese”.

“Ovviamente non è semplice esportare”, dice ancora La Rosa. “Ci vogliono tempo e denaro, ma niente è impossibile. Ci sono 150mila aziende che esportano in modo sporadico e tante aziende che non sono ancora pronte a farlo, perciò dobbiamo continuare ad informare”. Riprende per un attimo la parola Mariangela Siciliano che sottolinea un aspetto importante: “Non tutti sanno che la Brexit ha incrementato la richiesta di made in Italy, molti credono esattamente il contrario, perciò sono molto importanti momenti di confronto. Sace a gennaio organizzerà una tavola rotonda nazionale sulle opportunità di Dubai 2020. Occorre darsi una mossa, ad esempio proprio a Dubai l’Italia non è molto presente”.

“Bisogna crederci ed avere pazienza”, afferma La Rosa che porta come esempio proprio la sua esperienza, l’esperienza di una piccola azienda che ha cominciato ad internazionalizzare nel 2012 e che oggi riesce ad avere mercati di sbocco in Paesi difficili come la Svizzera, in Serbia e, da poco, negli Stati Uniti.

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