Lettera aperta di Gennaro Romei dell’Udc, sulla Riforma elettorale

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Avellino – “Sia il senatore Mancino che l’onorevole De Mita, negli ultimi tempi, hanno espresso giudizi poco lusinghieri in merito all’azione politica dell’Udc. Il senatore Mancino, in particolare, commentando il voto sulla devolution ha ritenuto opportuno porre in evidenza che l’Udc è un partito che si è piegato alla volontà della Lega. L’onorevole De Mita, viceversa, ne ha sottolineato la collocazione innaturale all’interno della Casa delle Libertà. Entrambi sostengono tesi errate, per due buoni motivi. La devolution, infatti, altro non è che il naturale corollario alla riforma del titolo V della Costituzione, approvato in Parlamento sul finire della scorsa legislatura. La riforma in senso federale rende lo Stato molto più moderno, sol che si pensi alla razionalizzazione della spesa, alla riduzione del numero dei parlamentari, all’introduzione del premierato. Tali temi, di cui la riforma è portatrice, sono l’asse fondativi del pensiero di don Luigi Sturzo e, per anni, sono stati il cavallo di battaglia dell’anima più illuminata della Democrazia Cristiana prima e dei Popolari poi. Invece di guardare nella metà campo avversaria, De Mita e Mancino dovrebbero spiegare ai propri elettori il loro grado di coerenza politica, visto che dopo aver contribuito allo scioglimento del Partito Popolare, lasciando da solo l’allora senatore Zecchino al congresso di Rimini, hanno dato il via libera alla nascita di un nuovo contenitore, partito democratico, affossando l’ultimo residuo, nel centrosinistra, del filone culturale cattolico-democratico. Eppure continua a vantarsi di aver avuto un percorso contrassegnato dalla coerenza politica, giusto per non aver mai cambiato collocazione. Certo, se per coerenza si intende la continua mutazione di idee, pur di continuare a vivere di una sorta di rendita di posizione, grazie al voto dei diessini irpini, sicuramente è così. C’è chi, viceversa, ha cambiato partito per non veder morire le proprie idee. Forse è questa la vera, unica coerenza, per dirla con Churchill. E, ancora: la riforma della legge elettorale in senso proporzionale non era uno dei capisaldi della cultura del cattolicesimo popolare e democratico? De Mita e Mancino sul punto non rispondono, soddisfatti di poter continuare a vivere una sorta di pensione dorata assicurandosi i posti migliori della lista ulivista nei collegi campani. Quanto alle idee, alla coerenza, vi è il sostanziale tradimento di una storia e di una cultura, quella popolare, l’unica ad essere uscita vincente dal secolo scorso. La cultura cattolico-democratica continua a vivere ben salda nei cuori e nelle idee dei dirigenti e militanti dell’Udc, a Roma come in Irpinia e nell’azione politica di un partito coerentemente teso a dare voce e contenuti a temi quali il sostegno alla famiglia e lo sviluppo del Mezzogiorno. La riforma della legge elettorale, infine, offre all’Irpinia la possibilità di veder entrare in Parlamento nuovi personaggi che, di certo, è il caso del segretario regionale dell’Udc Arturo Iannaccone, avranno la possibilità di testimoniare che un’altra Irpinia, alternativa alla oppressiva gestione del potere, è possibile”.

Lettera aperta
di Gennaro Romei
Capogruppo Udc al Comune di Avellino

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